sabato 26 settembre 2015

Notte e nebbia


Vivos se los llevaron y vivos los queremos: così, a un anno dalla scomparsa, i 43 studenti sequestrati e giustiziati nello stato messicano di Guerrero continuano a chiedere giustizia per bocca di amici e parenti.
Troppo fastidiosi, troppo colti e politicamente orientati questi studenti della Escuela Normal Rural di Ayotzinapa, troppo attivi nel denunciare le connivenze fra le alte cariche del governo e dell'esercito e le mani invisibili che come nei fumetti di Tex armano mani criminali per cacciare i contadini da terre troppo ricche di petrolio, gas o metallo giallo.
E la punizione esemplare di quel 26 settembre 2014 è stata peggio della morte, è la versione 2.0 del decreto hitleriano Nacht und Nebel, niemand gleich: la sparizione forzata. Un destino di non esistenza che parte dall'assenza di un cadavere per cancellare il crimine. E trasformare il trauma di una morte presunta in una paura di cui non ci si può liberare, in un lutto che non si può superare, in un sortilegio che paralizza voci e coscienze.
Perciò, il 26 settembre, hay que seguir la lucha. in Messico, con la grande manifestazione che oggi riempirà lo Zocalo, la grande piazza di Città del Messico. In tutto il mondo, con l'arma del ricordo, attraverso libri e inchieste bellissime e necessarie come "Ni Vivos, ni Muertos" di Federico Mastrogiovanni o "Silencio" di Attilio Bolzoni e Massimo Cappello. Perché parafrasando il sermone citato da Brecht, qualcuno deve pure restare a far casino prima che vengano a prenderci tutti.

Nessun commento: