lunedì 23 marzo 2015

Giocando in casa




Non c'è niente di particolarmente innovativo, in Home - A casa, il lungometraggio animato della Dreamworks che segue di pochi mesi il flop I pinguini di Madagascar.
Ma al netto delle scelte rassicuranti sul piano della trama e della caratterizzazione, la trasposizione in film del best seller di Adam Ray è un film irresistibile, toccante, disneyano nella senso migliore del termine, cioè nell'equilibrio fra sorriso e melò, molto vicino nello spirito a bei film per famiglie come E.T. - L'extraterrestre o Lilo & Stitch pur nella sua distanza dalla poetica di Spielberg o Chris Saunders o nel riciclo un po' cheap di certe soluzioni narrative (quel capitano Smek così simile a tanti altri re sbruffoni di casa Dreamworks...).
E insomma, è un peccato che il film arrivi sugli schermi solo poche settimane dopo l'annuncio del pesante ridimensionamento degli studios di animazione californiani, con il licenziamento di centinaia di animatori e il drastico ridimensionamento dei film in lavorazione. Perché la storia scorre che è un piacere, il conceptual design del film oscilla piacevolmente fra Magritte, Roger Dean e la scuola di Metal Hurlant, i tempi comici sono il più delle volte azzeccati, la scrittura agile. E pazienza se il finale del film suona scontato come quelli di tanti filmetti per famiglie: a compensare l'eccesso di zuccheri c'è la simpatia weirdo fra il polipetto gommoso Oh e la sua best buddy umana. Una strana roba insinuante che cresce nella panza man mano che il film procede, e insieme a quanto sopra lo eleva diversi gradini più in alto di tanti compitini in CGI arrivati sugli schermi negli ultimi anni.

Nessun commento: