lunedì 6 maggio 2013

Iron Man Tremens


E poi arriva il momento in cui vai a vedere un film di super-eroi e lo trovi un gran divertimento molto noioso.
Per la troppa carne al fuoco, che in un film solo non ci puoi ficcare tutti i generi che ti vengono in mente, il western, il thriller, la commedia, la spy-story, il buddy movie, la fantascienza, i comic books e tutto il resto senza pagare dazio.
Perché l'unica autentica sorpresa di una sceneggiatura che accumula più rivoli di una palude della Luisiana e più strati di una millefoglie è controbilanciata da una voragine, che se ci hai l'arma finale contro il terrore globale potevi anche usarla subito, senza aspettare i supplementari.
Perché se nel cast c'è Miguel Ferrer che fa il buono capisci subito da che parte sta. E se c'è Guy Pearce che fa il cattivo, si poteva evitare di conciarlo come Edward Nygma in Batman Forever.
Perché Bin Laden è morto.
Perché nonostante tutti i botti, i colpi di scena, le piroette, gli svolazzi e tutto il resto, si esce dal cinema con la sensazione che magari Tony Stark tornerà, ma Robert Downey Junior, che finora ha retto tutta la baracca con encomiabile paraculaggine, non è detto che muoia dalla voglia di tornare. Anzi.
Perché il product placement è sfruttato con la stessa sottigliezza di una commediaccia italiana Anni settanta.
Perché senza ironia non ci può essere Iron Man.
Perché mancano i Black Sabbath.
Perché stringi stringi, questo film racconta poco. E anche una quarantina di armature luccicanti, vuote, sono solo un ammasso di ferraglia buono per farci i pupazzetti.
Un finale in calando, insomma, anche e soprattutto alla luce delle lodi sperticate del 99% della popolazione mondiale.

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