mercoledì 13 luglio 2011

Nakasone ne ha un casino

Kenji Andrea Nakasone l'ho conosciuto allo stand del manifesto a Cartoomics. Quando abbiamo presentato Gang Bang.
Arriva allo stand e mi rifila un paccone di fotocopie rilegate coi nastrini. "È un fumetto mio, casomai dovesse interessarvi...".
Scorro il malloppo. Una roba fittissima in uno stile che boh, chi lo capisce. Deformazioni alla Vincino, smorfiette manga, gabbia libera stile Nidasio, monologhi alla Paz e una storia autobiografica che parla appunto di Kenji Andrea Nakasone, oriundo italo-giapponese alla ricerca delle proprie radici.
Riassumendo: inadatto al commercio. Punto.
Siccome però stronzo stronzo non sono, e il tipo sembra un incrocio fra Pippo e Caparezza, gli prometto un parere, me lo porto a casa e me lo leggo con calmina.
E mi dico: beh.
Sì, Nakasone è impubblicabile, almeno per gli standard editoriali medi di oggi. Però il pippone mentale un suo fascino ce l'ha. Così gli scrivo e gli dico che oggi il mercato richiede altre cose eccetera eccetera, e però di insistere che chissà mai.
E insomma, per farla breve: oggi ricevo e volentieri pubblico un racconto breve di Kenji Andrea Nakasone.
Ci fosse qualche editore che cerca proposte invendibili, Nakasone ne ha un casino.















1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Si è presentato anche allo stand dove Dixon stava autografando un saggio su Dick Stark di Azzarello e Eastwood di cui Chuck ha scritto la prefazione.
Brian ha commentato che le congiunzioni avversative ''ma però '' una dietro l'altra sono troppo Paz-style e Clint - pochi lo sanno, ma ha sangue veneto nelle vene - ha puntato un Magnum ( al cioccolato bianco da vero cacciatore dal cuore nero ) al naso di Nakasone e ha detto qualcosa come parla poco e parla ben. Dix - che è capace di scrivere una rapina con Catwoman ed altri tizi mascherati come fosse un colpo in un film di Walter Hill - ha detto che quella roba non era proprio la sua tazza di the, ma che aveva letto delle cose di Delano meno sintetiche ed era un peccato che non fosse più di casa alla DC. Passava di lì l'editore italiano di Bonfa e Stevens - di buon umore perchè è riuscito a convincere il papà di Leo Pulp a lavorare sul concetto di un mistery man zombie che svolazza con uno zaino jet sulle rovine di una Hollywood post apocalittica - che ha immediatamente offerto un consiglio a quell'incrocio fra Pippo e Caparezza: cerca il sor Voglino ! Cattivo ?