giovedì 28 aprile 2011

Mi ricordo lo Zippo


Mi ricordo anche le latte gialle e rosse di benzina Ronson che si beveva.
E tutte le volte che mi lasciava a piedi proprio quando ne avrei avuto bisogno.

Meno male che poi ho smesso di fumare.

First Person Sciuri



Imperdibile espansione per Call Of Duty: Black Ops. Si ricomincia dal finale del best seller Treyarch del 2010, cioè da una bella apocalisse zombie. Special guest a valanga, su tutti Danny Trejo, che per me da solo vale il prezzo del biglietto.
Ora non resta che aspettare che alla Sony rimedino al casino del momento. A occhio, sembra peggio di una apocalisse zombie, ma solo il tempo ci darà tutte le risposte e blablabla.

mercoledì 27 aprile 2011

Graphjam!


Grafici, grafici, grafici. Torte, curve e barre praticamente su qualunque argomento, cinema, sentimento, usi e costumi, manie e tic compresi, per tradurre la vita vissuta in statistica e la statistica in vita vissuta. Graphjam è uno di quei siti web che non ti stanchi mai di consultare. Sempre con il sorriso sulle labbra.

martedì 26 aprile 2011

Quaranta a cinquanta


Domani il manifesto compie quarant'anni tondi tondi.
E li festeggia in grande stile.
Con una veste grafica ed editoriale all'altezza della maturità raggiunta.
E con una uscita al prezzo speciale di 50 centesimi. Un lusso alla portata di tutti. Approfittarne è d'obbligo.

lunedì 25 aprile 2011

Monferrando


Weekend di Pasqua nel Monferrato. In agriturismo.
Fra colline e collinette, cattedrali romaniche, seratine romantiche, abbuffate di agnolotti del plin e bevute di dolcetto e barbera.
E per smaltire, camminate spaccaculi fra i boschi.
Senza dimenticare le buone letture: La fisica dei supereroi di James Kakalios ce l'avevo lì da un po'. E valeva proprio la pena di buttarcisi. Non foss'altro che per Il paradosso del gatto di Schrödinger.
Il rientro su Terra-Uno è stato rapido, ma non indolore. Ispirato dagli agnolotti e da Kakalios, ho riconfigurato il mio modem Wireless sperando di aprire un varco su una dimensione alternativa in cui Berlusca fa il rappresentante di merde finte e l'unica mise socialmente accettabile ammonti a maglietta e bermuda.
Non gliel'ho fatta, ma ora Fallout: New Vegas gira perfettamente, E come tutti sanno, Fallout: New Vegas è cool.
Nella foto, la Voglinomobile sullo sfondo del parco naturale di nonmiricordo.

giovedì 21 aprile 2011

Salgàri, non Sàlgari


Non ce lo vedi, questo simpatico omarino, a sventrarsi con le proprie mani guardando sorgere il sole sulla Mole Antonelliana.
E invece, il 25 aprile del 1911 Emilio Salgari decide di andarsene così. Un seppuku da samurai di provincia, per un uomo che l'oriente l'ha visto solo in cartolina, in biblioteca o fra le volute delle sue cento sigarette al giorno.
Scriveva tanto, Salgari. Sandokan e il Corsaro Nero l'avevano sballottato tra i mari del Sud, il golfo dei Caraibi e altre mete esotiche. Ma una volta a destinazione era stato ridotto in schiavitù. Scadenze massacranti, esclusive capestro, e in cambio manco una pagliuzza dei favolosi tesori accumulati dai suoi eroi. L'uomo che in una lontana mattinata torinese si regala la bella morte lascia dietro di sé un messaggio che è una condanna: A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.
Così lontano, Salgari, così vicino ai tanti precari che cento anni dopo tirano la carretta alle stesse condizioni. Sognando a cottimo. E sperando in un futuro da affrontare a testa alta, scimitarra alla mano, e un ringhio basso in fondo alla gola. Uno così merita almeno che lo si ricordi nel modo giusto: Salgàri con l'accento sulla seconda "a", non Sàlgari. E che cazzo.

mercoledì 20 aprile 2011

"Anno uno" non lo batte nessuno


da Hollywood Reporter, prime immagini del lungometraggio animato direct-to-video ispirato al Batman di Miller e Mazzucchelli. Fiatella sospesa. Anche perché pare che in programma ci sia anche una versione animata del Dark Knight. Che a dirla tutta -purché in versione filologicamente corretta, beninteso - potrebbe fare la sua figura anche al cinema.

Sana e robusta costituzione


Un Vauro istituzionale.

E dopo il braccione, l'ammucchiata

Come sottolineava un occhiuto Rrobe l'inverno scorso, fino a qualche tempo fa su poster locandine cover cinebrivido di tutto il mondo andava molto il look di spalle, in piano americano, col braccione in primo piano.
Ora, però, pare che il vento stia cambiando.
The Next Big Thing è: tutti insieme appassionatamente. Possibilmente in campo lungo.
Qualche esempio fresco di fotoscioppe:

Il manifesto del nuovo X-Men di Bryan Singer.



Che a ben guardare sembra ispirato a quest'altro di Fast Five.




Il morbo della partouze contagia anche i cartoni, come si evince dalla locandina di Rio.



Zack Snyder, che ha la vista lunga, aveva già provveduto con Sucker Punch.



Che poi, a pensarci, è un po' un riciccio del poster di Watchmen. Solo sghimbescio e con più lingerie.



E che dire di Chris Nolan? Per Inception, ammucchiata in due versioni: questa è quella Straight. Notare l'erezione metaforica sullo sfondo.



E per non farci mancare niente ecco quella Queer.



Per Henry's Crime si è pensato a una cosa a tre.



E si potrebbe continuare. Ancora, e ancora, e ancora.



Poi dice che pensare a un nome come Gang Bang per una rivista a fumetti non sta bene.

martedì 19 aprile 2011

Nucleare: nì, grazie


Che bello: il governo del fare e baciare ha deciso di abrogare il nucleare.
Grande notizia. O anche no. Perché la cosa puzza di sparata elettorale. Perché comunque ci sono in ballo imprecisate "verifiche". E soprattutto, perché il referendum sul nucleare del prossimo 13 giugno rientra nel pacchetto di quesiti referendari che - sorpresa, sorpresa - comprende anche quello sul legittimo impedimento. Quindi Silvio ci ha tutto l'interesse a togliere l'interesse alla faccenda. Facciamoci un appunto sul Pip Boy 3000, va'.

lunedì 18 aprile 2011

Da grande

Lo dicevo cinque post più giù: finito Zigo Stella, resta la curiosità di scoprire cosa succede dopo.
Maurizio Rosenzweig ce lo racconta al Comicon, in un one-shot di 15 tavole prodotto appositamente per l'occasione da BD.
Un buon motivo per fare un salto a Napoli. (Come se ce ne fosse bisogno, poi).
Tanto per farsi un'idea di come gira il fumo, pregasi cliccare qui sotto:



Non so gli altri, ma per me siamo sull'ottimo e abbondante.

domenica 17 aprile 2011

A cappella



E ti pareva.

Via col vintage


Roberto Baldazzini in mostra? Sì, grazie. il miglior epigono di Stanton e Crepax, (not to mention John Romita Sr., idolo giovanile del giovine Baldazzini) si presenta in quel di Parma con un florilegio di pin-up dedicate a Sofia Loren. "Rapita dal cinema" - questo il titolo della mostra in programma alla Galleria delle colonne dal 21 aprile al 29 maggio - presenta al pubblico il lato più cinefilo e meno sporcaccione dell'autore di Casa Howhard, Beba eccetera: qui siamo dalle parti di Sexyrama, leccatissimo volume curato tempo addietro dal Baldazz per i tipi di Coniglio Editore, con le castigatissime cover vintage di Sogno Confidenze e altre rivistine un dì muy populares. Carne, poca, ma molto stile, come si evince dal disegno quassù. Il 21, a presentare il tutto in zona aperitivo, ci sarà l'ottimo Gino Scatasta. Non esserci sarebbe un peccato.

giovedì 14 aprile 2011

Non tutti i brianzoli sono uguali


Ogni volta che mi scappa di sentirmi uno che si fa il mazzo per dare un senso al proprio mestiere di scribacchino, il mondo reale mi riporta coi piedi per terra. È un'esperienza doppiamente atroce. Non solo perché la morte ti sbatte in faccia i tuoi limiti senza cerimonie. Ma anche perché spesso si porta via persone che la vita l'hanno spesa con una passione, una generosità, un'impegno, che visti da questa vita così terra terra sembrano sovrumani. Persone come Enzo Baldoni. O Anna Politkovskaya. O Vittorio Arrigoni. Ultimo nome di una lista che è allo stesso tempo troppo breve e troppo lunga. la storia di Vittorio è tutta qui. Leggerla è il modo migliore per dare un senso alla sua vita e alla sua colossale sfiga. E forse, chissà, anche alla nostra.

mercoledì 13 aprile 2011

Papino il breve


E io che ero convinto gli piacesse lungo.
Per inciso: fra questo, Castelli e Speroni, la Carlucci e i libri di testo comunisti, comincio a sentirmi un tantino disgustato.

martedì 12 aprile 2011

Se son Rosenz


Fosse un disco, Zigo Stella potrebbe essere Tommy. Fosse un film, il Rocky Horror Picture Show. Fosse un romanzo scritto, e qui la faccenda comincia a diventare complicata, potrebbe somigliare all'Ulisse di Joyce o a La colazione dei campioni di Vonnegut. Fosse un fumetto, cosa che effettivamente è, somiglia solo a Zigo Stella. Romanzo di formazione, pastiche fantascientifico, teen romance, sfogatoio personale, sketchbook, opera fantasy, concept album, fumetto erotico, libro da messa nerissima: con il suo spessore reale e metaforico, Zigo è lì a testimoniare l'irrequietezza di Rosenzweig, la sua personale sfida alle leggi della fisica fumettistica, la sua ricerca di un contesto altro rispetto a quello del fumetto mainstream. Però, però. Certi dettagli fanno tanta differenza, e distinguono il volume BD dalla quasi totalità delle pippe mentali disegnate che attualmente intasano le librerie. sì, Zigo Stella è tutto slanci, improvvisazioni, digressioni, quotes, strizzate d'occhio, sperimentazioni grafiche/cartotecniche, stratificazioni. Ma qui la ricerca sa di acido lattico e sudore, mai di pura speculazione, l'autore non guarda mai dall'alto in basso, al limite viceversa. L'attenzione richiesta a chi legge è quella complice e istintiva di un compare a briscola. E quando il libro finisce, ci si ritrova a chiedersi cosa succede dopo. Cosa che capita solo con i migliori eroi di carta. Ventitré euro: per un'abbuffata del genere, un prezzo più che accettabile.

Mi ricordo la mia borsa di Tolfa


Che, per inciso, ha un nome dialettale molto giappo: "Catana".

lunedì 11 aprile 2011

Rileggere "Laika"


Cinquanta anni fa, oggi, il compagno Gagarin compiva la prima orbita completa della Terra a bordo della sua Vostok.
Quattro anno prima, ad aprirgli la strada era stata una cagnetta chiamata Kudryavka. Una cagnetta passata alla storia con il nomignolo più pret-a-porter di Laika. Che in russo vuol dire tipo bau bau.
Incidentalmente, Laika è anche il nome di un fumetto. Realizzato, guarda un po' le coincidenze, proprio quattro anni prima di questo anniversario. Dentro c'è un sacco di roba buona: una sceneggiatura densa di reference, aneddoti e nozioni, ma intrisa di emozione autentica. Invenzioni grafiche che ricordano i vecchi comics Disney, ma anche Posy Simmonds e Mike Allred. E personaggi che non si dimenticano. È un buon giorno per rileggerselo, Laika. O per andarselo a cercare in edizione Magic Press o in originale.

domenica 10 aprile 2011

Quant'è buono 'sto cattivo


Fra i personaggi più indovinati di Boardwalk Empire c'era lui: il federale integralista cattolico interpretato da Michael Shannon.
Uno con una faccia che sembra fatta apposta per farti paura, con quell'espressione apocalittica/integrata che fa tanto Norman Bates, l'occhietto azzurro ghiaccio on the rocks e quello zic di pura follia però accuratamente repressa che se qualcuno pensasse a un remake di Shining cazzo lui sì che sarebbe un Jack Torrance perfetto.
E insomma, vien fuori che in The Man of Steel di Zack Snyder Shannon sarà il generale Zod.
Io avrei preferito Brainiac, che tutto 'sto citazionismo di Dick Donner abbasta, però Shannon come Zod me lo compro subito. E alé.

giovedì 7 aprile 2011

mercoledì 6 aprile 2011

Frequentando brutta gente


Sarà il mio look vagamente Maurizio Merli.
Sarà la nostalgia per il prog rock, le Tepa, il cono blob e la Saltafoss.
Sarà perché ero poco ma c'ero, come la particella di sodio dell'acqua minerale.
Sta di fatto che sabato 9 aprile alle diciotto punto trenta spaccate ci ho un puntello in via Padova 133, al Ligera café, per chiacchierare un po' di quella Milano Criminale che ci piace tanto.
Ci saremo io, il Tito Faraci, il Beppe Ferrario e il Maurizio Rosenzweig.
E chi pensa di tirarci il bidone, peggio per lui. Tanto, sappiamo dove abita.

martedì 5 aprile 2011

Lancio Fulvia


Quand'è che un'invenzione diventa un classico?
Quando supera la prova del tempo.
È una costante che funziona in tutti i campi - moda, letteratura, arte eccetera. Ma non nella satira.
Perché la satira nasce e muore in un dato momento storico. Quindi, in genere, una vignetta non ha il tempo di diventare un classico.
Certo, poi ci sono le eccezioni. L'ombrello di Altan, i politici en travesti di Forattini, i civili bombardati di Vauro sono preistoria. Ma fanno ancora il loro sporco lavoro. Perché mantengono tutto il loro potenziale originario. Un po' come gli slogan pubblicitari evergreen. Il che ci porta alla quadratura del cerchio: una strip satirica stagionatella ma ancora attualissima, realizzata da due che il mondo della pubblicità lo hanno bazzicato a lungo.
Tutti da Fulvia il sabato sera, nata nel 1976 sul "Corriere" e trasmigrata nel giro di pochi anni su "Repubblica" portava le firme di Tullio Pericoli ed Emanuele Pirella.
Uno disegnava, scavando col pennino fra le rughe, i velluti e i sorrisi rigidi dei salotti milanesi, e riproducendoli su carta con la minuzia di un paesaggista. L'altro applicava alle chiacchiere radical-chic la stessa sintesi graffiante di head come O così o Pomì, È nuovo? No, lavato con Perlana o Non avrai altro jeans all'infuori di me. Insieme, nel tempo che gli lasciava il lavoro vero, si divertivano a mettere alla berlina il mondo intorno a loro, ridendo di e con amici e conoscenti. Pugno di ferro in guanto di cachemire. E sorrisi. Tanti. Lievi. Elegantissimi. Aciduli. Spiazzanti. Spesso amari. Poi Pirella ha pensato bene di posare la penna per sempre, e la striscia si è fermata lì.
Ora. Tutti da Fulvia è una mostra che conta una cinquantina di vignette realizzate fra il 1976 e il 2009, e selezionate personalmente da Pericoli. Rileggerle appese al muro o sul catalogo vuol dire ripercorrere nello stesso momento l'evoluzione della striscia e quella della realtà italiana. Mentre il segno si fa sempre più astratto e la "gabbia" del fumetto si riduce a un'unica vignetta, il salotto di Fulvia si svuota. Le ultime vignette ce la mostrano sola, liftatissima, irrimediabilmente persa nella sua irrimediabile vacuità. La visione d'insieme è un vuoto d'aria, una bolla che comprime stomaco e diaframma, una vertigine insieme divertita e orripilata. Che racconta un modo di intendere il mondo (e il fumetto) unico e irripetibile.

lunedì 4 aprile 2011

Il gioco del Deppio



È dal 2003 che guardando Pirati dei Caraibi ci avevo un tarlo. Pensavo:

Chi mi ricorda Jack Sparrow?

Chi mi ricorda Jack Sparrow?

Chi mi ricorda Jack Sparrow?

Ieri sera, improvvisa, l'illuminazione.









A' Gionni, dacce li sordi!

domenica 3 aprile 2011

Gong Bong


Prima intervista ufficiale su Gang Bang. La trascrizione della chiacchierata Cartoomica fra due vecchie lenze della Play Press come Alex Bottero e il sottoscritto. Ovviamente, è tutto qui.
(Che poi, letto il titolo, ci tengo a ribadirlo: non che la paternità del progetto mi dispiaccia, ma Gibbì è un'opera corale, coralissima: io ci ho messo del mio, ma senza il Quotidiano comunista e le amichevoli partecipazioni di amici e conoscenti ora non staremmo parlando di niente).

venerdì 1 aprile 2011

Finto Brass


Prima o poi arriva quel momento della vita in cui il medio regista di blockbuster miliardari apre le ali e spicca il volo, facendo il suo film.
Tipo Tim Burton quando si è inventato Edward mani di forbice.
O Chris Nolan con Inception.
Ecco, quando è toccato a Zack Snyder si è inventato Sucker Punch. Sucker Punch porta alle estreme conseguenze tutto il, diciamo, cinema di Snyder. Quindi: trama esile, sceneggiatura inesistente, recitazione stilizzata, anatomie fetish, un'overdose di effetti visivi e Bullet Time a strafottere. Riassunta così, sembra la solita merda. Invece, incredibilmente, ci si diverte. A patto di considerare il film per quello che è: un pasticciaccio che in mano a un regista vero avrebbe potuto diventare un classico, e con Snyder dietro la macchina da presa è un comic book animato che le spara grossissime. Sembra quasi di vederlo, Zack, mentre gioca con le sue Baby Doll sbatacchiandole qua e là e facendo pshhh bum crash con la boccuccia: che tenerezza, caro.