lunedì 28 febbraio 2011

Paradisi


Il titolo originale del film era The Outlaw, il fuorilegge.
La distribuzione italiana ci pensò su e stabilì che la presenza scenica di Jane Russel imponeva un titolo più incisivo.
E quindi: il mio corpo ti scalderà.
Una bella cagata di titolo, anche perché la vicenda non concedeva neanche 1 cm. di pelle scoperta, figurarsi coups de théâtre stile la famosa scena di Georgie in cui comesichiama approfitta dell'ipotermia georgiana e si schiaffa sotto la copertina nudo bruco insieme con la suddetta.
Però Jane Russel era troppo troppa, come Vasquez in Aliens-scontro finale.
Quindi, beata Jane, che a 89 anni ha raggiunto altri sogni erotici vintage in Paradàis.
E beati tutti i beati che giustamente pensano A' jane, beatochittisì.

(Con tutto il rispetto per Annie Girardot, s'intende).

Mi ricordo Chris Rea



Che a sua volta mi ricorda vagamente Charlie Watts.

domenica 27 febbraio 2011

Rodinmenti

Metti che uno decida di andare a Legnano a vedersi la mostra di Rodin.
Dentro, trova roba come questa:



Poi, gli occhi ancora pieni di baci, pensatori bellone e altre squisitezze, esce e trova questo:



Il monumento alla Teresa dei Legnanesi, di cui i cittadini di Legnano vanno molto orgoglioni: "La mostra del Rodèn? Guardi, è giusto là di fronte al ritratto della Teresa!"

Come investono i soldi pubblici qui in Padania, non li investe nessuno.

venerdì 25 febbraio 2011

Vive la différence



Questi due trailer sembrano uguali, ma fra loro ci sono alcune piccolissime differenze. Scoprite quali.

giovedì 24 febbraio 2011

A caccia di insetti


C'è ancora vita nello spazio?
Dopo inguardabili popcorn movie come Alien Vs. Predator unoeddue, pareva proprio di no.
A sentire le indiscrezioni che filtrano dal set blindatissimo del futuribile Prometheus, però, qualche friccico di speranza ci sta. Cast quantomeno interessante, con Michael Fassbender e Charlize Theron in prima fila. Un punto di partenza intrigante, cioè lo space jockey del primo Alien. E tante schegge di informazione che puzzano di cinema autentico, dal coinvolgimento di H.R. Giger, al ridimensionamento degli xenomorfi, fino alla grandeur kirbyana di un capoccione che guida un'astronave.
Resta da capire se il ritorno di Ridley Scott al franchise dipenda dalla voglia di raddrizzare i libri di storia o da motivi puramente alimentari. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, eccetera.

Williams a cappella



Ci vorrebbe un festival per queste preggerie. Altro che Sanremo.
Grazie a Mu per la segnalaz.

mercoledì 23 febbraio 2011

Etichette


Serendipità: proprio mentre su Nuvoletta Rossa esce un nuovo post che approfondisca un po' le notizie manifeste apparse su Afnews e altrove, mi casca l'occhio su questo post del Rrobe.
E mi viene da pensare che appiccicare etichette a cose e/o persone è un esercizio un po' stucchevole. E che c'è gente che partendo dagli opposti estremismi ha rifiutato, fra gli altri, L. F. Celine, Lucio Battisti, Bob Kane, John Milius, Frank Zappa, Ken Loach, Lee & Kirby, i Freak Bros., la Renault R4 e tante altre belle cosine che rendono la vita interessante. Compresi certi giornali d'area.
Che sono troppo occupati a scrivere cose che in genere non scrive nessuno per perdersi dietro tessere di partito vere o presunte.

martedì 22 febbraio 2011

Mamma mia


L'unico imperdonabile difetto di Mia mamma è in America, ha conosciuto Buffalo Bill sta nell'apparato redazionale uguale a zero.
Vaglielo a spiegare, ai lettori italiani, che Émile Bravo è uscito dalla stessa greppia dei Trondheim e dei David B., e che ha all'attivo Spirou e Fantasio, che qui in Italia non se li fila nessuno ma oltralpe sono delle star. Vaglielo a spiegare, che lui e lo sceneggiatore Jean Regnaud si sono fatti le ossa su una trilogia mezza saga familiare mezzo romanzo on the road fra Rivoluzione d'ottobre e dintorni, e che qui invece raccontano una storia semiautobiografica sulla terra di nessuno fra infanzia e adolescenza.
Vaglielo a spiegare che questo libro ha stracciato la concorrenza ad Angouleme 2008 - premio Essentiel - e a ragion veduta.
Mia mamma è in America è una perla rara. Il primo fumetto ad altezza bambini da anni luce a questa parte al livello di "Calvin & Hobbes". E una dura lezione di storytelling per quelli che vivono nella convinzione che un romanzo grafico degno di tale nome debba necessariamente passare attraverso linguaggi tipo adesso vi faccio vedere quanto sono criptico raffinato e intelligente.
Qui c'è davvero tutto quello che si può chiedere a un buon fumetto: passione, stile, tenerezza, suspense, sintesi, crudeltà, poesia. Tutto amalgamato perfettamente in un volo di farfalle che comincia all'altezza dello stomaco per poi migrare negli angoli più remoti dell'anima.
Rubricare alla voce "fottuto capolavoro".
E comprare in doppia copia: perché quando si arriva all'ultima pagina, viene subito voglia di regalarlo. A soli sedici miserabili euro da Bao Publishing. Per un libro che ti apre in due, un prezzaccio.

lunedì 21 febbraio 2011

Avrà pure Grinta, ma le palle?


C'è anche chi l'ha gradito, Il Grinta aggiornato dei Coen Bros.
Io ci speravo, ma invece zerella.
Per fare un buon western non bastano un buon cast. Una buona fotografia. O una regia competente. Quelli, oltre una certa dimensione produttiva, li esigo.
No, per fare un buon western ci vuole un ingrediente segreto che al drugstore sotto casa non si trova: il respiro epico®.
Ecco, nel Grinta dei Coen c'è lo stesso respiro epico di un promo video su una compagnia di assicurazioni svizzera. Non un personaggio che buchi lo schermo, tranne forse un Barry Pepper al minimo sindacale di cattiveria. Non un afflato nostalgico crepuscolare revisionista o altro. Non una scena che resta impressa nella retina oltre i titoli di coda. Nel loro brutto, anche film come Quel treno per Yuma o Appaloosa, qualcosa di buono ce l'avevano: ecco, qui non ti porti a casa manco quello.
Come una zaffata molesta di bourbon, Il Grinta evapora senza lasciare traccia appena usciti dal cinema. E i fratelli Coen si confermano come due autori incostanti, capaci di alternare piccoli capolavori come Blood Simple, Mister Hula Hoop o Il grande Lebowski a trascurabili marchette come questa.
Da recuperare in tv, se capita. O al limite, anche no.

domenica 20 febbraio 2011

Suonala ancora, Jimi


Tiene il volume basso, Electric Requiem - una biografia a fumetti di Jimi Hendrix di Mattia Colombari e Gianluca Maconi. Troppo difficile strizzare la vita e le opere di una leggenda rock in un fumetto, troppo complesso tradurre il sound acido e distorto dei late sixties in immagini: ci aveva già sbattuto il muso qualche anno fa un maestro del fumetto lisergico come Bill Sinkiewicz, del resto, quindi pace.
Però il libro della Hazard un paio di pregi non indifferenti ce li ha: una malinconia dolce e persistente che ricorda un po' i migliori lavori di Toffolo. E il bianco e nero pulito, elegante, apparentemente "facile" ma maturo e non privo di ricercatezze dell'esordiente (nel senso dell'opera rock: ha alle spalle "Il delitto Pasolini" e altre delizie) di Gianluca Maconi. Non un capolavoro assoluto, ma un'operina che vale i quindici euro del biglietto, e rappresenta un cadeau ideale per gli amanti del genere.

giovedì 17 febbraio 2011

Videoburrito in massello massiccio stagionato



Sto tornando.
Debilitato, eh. Tossicchio e sputacchio come un Califfone ingolfato, ho perso due chili in un botto e ho lo stato di forma di un novantenne. Però vado migliorando, e non ho più la febbre.
Merito degli antibiotici.
E quindi: Cielito Lindo. Nella inarrivabile versione in legno di Pedro Infante.

Sintomi di miglioramento


Quando riesci a mandarla giù, felicità è un piatto di minestra calda.

mercoledì 16 febbraio 2011

Uomo medicina


Giuro, le sto prendendo tutte, e più o meno tutte insieme.
Ordine del medico.
Finora, senza grandi risultati.
A parte, come dire, una certa qual pesantezza di stomaco.

martedì 15 febbraio 2011

La bevanda che rinfranca


Cronaca dal lazzaretto: febbre a trentasette e sette, catarro, notti tragiche fra accessi di tosse, mal di testa feroci e pause pipì. Non bello.
Il dottore dice prima influenza, ora tracheobronchite. Peggio per me che ho tentato di lavorarci su.
Il peggio, però, non è la malattia. Il peggio sono tutte le porcherie chimiche che mi sto mettendo in corpo da una settimana a questa parte nel tentativo (futile) di ripigliarmi.
Nella telefoto AV, il tachiflu dec. Quello che secondo la pubblicità tu figa incontri la tua amica figa al bar, te lo bevi e in 30" sei pronta per il cinema.
A me non è successo.
Sarà che sono masculo. Almeno credo.

domenica 13 febbraio 2011

Sempre febbre


'Mazza, a questo giro me la sono proprio presa bene l'influenza.

Quattro in matematica

Battuta a caldo della Ministra della Distruzione Mariastella Gelmini sulle manifestazioni di oggi:

Le donne che scendono oggi in piazza sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne.

Qualche esempio a caso dalle ricche foto gallery di "La Repubblica".

Le cinque perdigiorno di Milano:



Il circolo del culatello di Parma:



Le cozze in umido di Venessia:



Io, mammeta e tu a Napoli:



E per finire, qualche radical chic core de Roma:



Quattro in matematica alla Gelmini. Tre in italiano, invece, all'anonimo cronista del Giornale on line, che ammette la presenza di "centinaia di migliaia di donne", ma parla di risultato falsato rappresentato "dalla presenza di molti uomini".

Ecco, in giornate così anche stare non benissimo dà molto meno fastidio.

lunedì 7 febbraio 2011

Johnny il marcione



Io Johnny una volta lo stimavo.
Era il periodo in cui se lo incontravi per strada era meglio cambiare marciapiede, perché fra la fiatella alcoolica e le mazzate non sapevi cosa scegliere.
Era il periodo in cui Johnny cantava "Nooo fucieee, nooo fucieee, nooo fucieee fo' yeeeeah".
Ora Johnny non canta quasi più. E se lo chiami Rotten si incazza di brutto.

Dev'essere il senso di colpa, credo.

domenica 6 febbraio 2011

Scudetto



La prima volta che ho letto Le avventure di Capitan America, a metà Anni 90, ho pensato: "il giorno che fanno un film su Cap, spero che lo facciano così".
A quanto pare dalle foto di produzione e da questo trailer, l'impressione è che Joe Johnston & C. il Capitan America molto spielberghiano di Nicieza Maguire & Co. se lo siano letto piuttosto bene. E una volta tanto, sento che il giorno della prima sarò il primo della fila. Una copia di Stanotte muoio arrotolata in tasca, e un sorriso ebete stampato sulla faccia. Perché ammettiamolo: solo un ebete può pensare che un super-eroe come si deve se ne vada in giro con un costume di questo genere. Grazie a tutti, Joe e Stan e Jim e John e - no, Brubaker ed Epting no. Eccheccazzo.

giovedì 3 febbraio 2011

Videoburrito semiarredato


Me recuerdas alguien di Wences Romo y su grupo lao: come non commuoversi di fronte alla magia di un comodino Aiazzone che prende vita nel bel mezzo del mobilificio e comincia a ululare consunto dalla nostalgia per la sua ex?

Che forza, 'sta Passat



Con l'età comincio ad apprezzare anche le auto tedesche.
Regia geniale della genialata: Lance Acord (Aiuto di Vincent Gallo in Buffalo 66 e di Sofia Coppola in Marie Antoinette).
Un grazie particolare a Darth Volpi per la dritta.

martedì 1 febbraio 2011

Il fattore Meh



Alla fine, Zack Snyder ha trovato il suo Superman: è quel bel tomo di Henry Cavill, l'uomo che ha rischiato seriamente di indossare la tutina rossa e blu nel Superman: Flyby (fortunatamente) abortito da McG, poi passato a Terminator: Salvation. Anche Nolan ci aveva fatto un pensierino per Batman prima di portarsi a casa Christian Bale. Lo vedo e penso: Meh.

Poi The Hollywood Reporter rivela la shortlist degli altri potenziali Superman.



Quello che ha conteso la parte a Cavill Fino all'ultimo è Matthew Goode.



Capito chi? Ma sì, dài: l'abbiamo visto in Watchmen. Era il Mocio Vileda ossigenato travestito da Ozymandias. Paura, eh?



Dopo di lui, indossa(t)tori con zero carisma. Armie Hammer (i gemelli Vinklevoss in The Social Club) è il Batman alternativo scelto a suo tempo da George Miller per il film (fortunatamente) abortito sulla Justice League di cui si era parlato un par d'anni fa. Non male, visto che il ruolo di Wonder Woman sarebbe toccato a Megan Gale.



E poi c'è Matthew Bomer, che va bene il physique du rôle, ma santoddio, ha in curriculum Sentieri. Sentieri, cazzo.

Quindi, alla fine, Cavill è ok. Riuscissero ad azzeccare il resto, non sarebbe male. Ma con Snyder alla regia, Meh.

Anche i fan di Formica nel loro piccolo s'incazzano


I tumori maligni dovrebbero lasciar stare i grandi comici. Ciao Daniele, e grazie. Per le lezioni di yoga e tutto il resto.