sabato 30 ottobre 2010

Ciuccia il banana


Cento di questi giorni, Silvio.
Foto da incorniciare: © La Stampa.

giovedì 28 ottobre 2010

Highway Salaminchia Revisited


Sul Tubo c'è il nuovissimo cartoon 3D di Wyle E. Coyote e Road Runner.
Il look and feel è... boh.
Però le gag non hanno niente da invidiare a quelle originali di Chuck Jones e Michael Maltese.
A 1.55 si ride assai.

Cioè cazzo compagni


Come il Monopoli, ma in difesa del libero mercato: ecco la regola base dell'Antimonopoli, simpatico board game solo un po' meno stagionato dell'originale. Nato ça va sans dire nei primi Anni 70, Antimonopoly ha vissuto una vita lunga ma tormentata dalla ovvia causa legale scatenata dalla Parker Brothers per le troppe affinità con il prototipo.

Poi i soliti giudici comunisti® hanno risolto il caso a favore della University Games.
Che oggi continua a distribuire il Monopoli dei buoni in tutto il mondo.

Un'idea regalo divertente e soprattutto adatta ai tempi: ora che mancano poche settimane al Natale, vale la pena di tenerla presente.

mercoledì 27 ottobre 2010

Riedizombi


Notizia epocale: qualcuno sta approfittando dell'hype scatenato da The Walking Dead per riportare sugli scaffali i migliori spaghetti horror dedicati agli zombie. Anzi: agli zombi.
Fra le chicche non poteva mancare Zombi 2, prequel apocrifo del Dawn Of The Dead di romeriana memoria.
Sì, quello di "minchia lo zombi contro lo squalo".
Quello di "minchia la scena della tipa colla scheggia della porta nell'occhio".
Insomma, quello di Lucio The Godfather Of Gore Fulci.
Edizione speciale due dischi.
Nel primo c'è il capolavoro.
Nel secondo:
- La leggenda di Zombi 2 - intervista a Dardano Sacchetti, Elisa Briganti, Fabio Frizzi, Giannetto De Rossi e Sergio Salvati,
- Quando i morti camminarono sulla terra - intervista a Al Cliver, Ian McCulloch, Richard Johnson e Ottavio Dell’Acqua,
- La notte americana del Dr. Fulci – docu-intervista a Lucio Fulci,
- Zombi at cinema Wasteland - l’America scopre il fascino perverso di Zombi 2,
- 30 anni di Zombi 2 - le riprese della folle celebrazione americana del 2009, e last but not least
- Trailer italiano originale e la Galleria fotografica.

Comprare.

Portamine vaganti


Forse è che ho appeso la mia Staedtler al chiodo quando mi sono reso conto che Paz e Magnus erano modelli irraggiungibili.
Forse è perché quest'epoca grama mi sta abituando a sbattermi sempre di più per sempre di meno.
Però - posso dirlo? - sinceramente, tutte le variazioni sul tema Disegni alle mostre: pagare sì o pagare no? rimbalzate in questi giorni fra siti forum blog sul fumetto mi fanno sorridere. amaramente.
Intendiamoci, immagino che non faccia piacere buttar giù uno sketch a una mostra per simpatia nei confronti di un fan e ritrovarselo in vendita su eBay a caro prezzo. Però sono gli incerti di ogni lavoro creativo. Da parte mia, ne ho fatto le spese diverse volte, vedendo realizzare le rubriche proposte a testate di grido da altri pennivendoli, leggendo indegne scopiazzature dei miei pezzulli su newsmagazine di gran nome, vedendo ristampare a gratis le mie traduzioni. È la stampa, bellezza.
Il mio problema, però, non sta tanto nella pretesa che siccome mal comune mezzo gaudio ci si rassegni a queste ed altre soperchierie. Il mio problema è che queste rivendicazioni "paga o muori" mi ricordano un po' lo stesso atteggiamento di quei tizi che vessano mogli e figli per rifarsi delle vessazioni subite dal capufficio stronzo. Forti con i deboli, deboli con i forti, insomma, come nella migliore tradizione italiana.
Trovo giustissimo che un disegnatore che partecipa a una fiera e si faccia venire i crampi a forza di sketch e "a Mario con simpatia" esiga che i fan si presentino con un volume suo, o che si incazzi di brutto con chi specula sulla sua generosità.
Ma prima di colpire chi paga un biglietto per partecipare a una manifestazione e si fa magari un'ora di fila per un disegnino, bisognerebbe far pressione sugli editori e gli organizzatori di queste fantastiche kermesse: in un mondo più giusto, infatti, dovrebbero essere loro a offrire vitto e alloggio, loro a compensare gli autori con un gettone più o meno ricco, loro a regolare il traffico dei fan, loro a tutelare la professionalità di chi gli dà da campare.
Prendersela con chi se ne approfitta mi sembra sacrosanto. Ma sparando nel mucchio, si rischia di bastonare solo i lettori, sgravando completamente le aziende da responsabilità che a volte vengono completamente disattese. E in questo, vedo i germi di una ulteriore guerra fra poveri: francamente, non mi pare il modo migliore per porre la questione.

martedì 26 ottobre 2010

(Continua)


"Anche Maradona sbagliava i rigori".
È questo che mi dico quando inciampo in qualche infortunio professionale.
Ricordo ancora la volta che ho tradotto sylicon con silicone. O la volta in cui ho ricicciato lettere di lettori Made in Usa per la posta di Superman. O la volta in cui ho promesso a Bottero Editore un libello che non ho mai avuto tempo di scrivere.
Insomma, nella vita ogni tanto una cazzata capita.
L'importante è rimediare, se possibile.
Il che ci porta a due post fa, e alla fine (presunta da piano editoriale ahimé sorpassato) della Collezione storica a colori di Tex. Come mi hanno fatto notare nei commenti al post, poche settimane fa è arrivato il contrordine: causa vendite ottime/abbondanti, si prosegue a spada tratta.
Per farmi perdonare, ho chiesto lumi direttamente alla fonte, dove stanno ancora tentando di trovare la quadra fra business e giuste esigenze di programmazione (leggi: replay value delle storie più recenti/prossimità con il materiale inedito/saturazione del mercato). Fra le ipotesi allo studio c'è anche quella di una periodicità più diluita: potrebbe essere una soluzione ideale, soprattutto per quei lettori che faticano a star dietro ai sei euro e novanta della ristampa settimanale.

E che presto dovranno guardare con occhi nuovi la copertina qui sopra.

Capezzale


Eddài, Capacchiò: un pugno sul culo non può fare così male.

lunedì 25 ottobre 2010

Nicotero speaks!


Bella intervista di Ain't It Cool al make-up artist delle dive Greg Nicotero.
Ci si diverte molto parlando di mostri classici, zombi e ovviamente The Walking Dead.
Se però qualcuno trova un link decente allo short di cui allo spataffio, guardiamo volentieri.

Custer divo


Centonovantacinquesimo numero della Collezione storica a colori di Tex. Meno cinque all'ultimo numero di una serie memorabile per molti motivi, uno su tutti la longevità: duecento numeri settimanali fanno poco meno di quattro anni consecutivi nelle edicole. Un altro record per il cauboi dalla camicia gialla.
Com'è come non è, Tex chiude in crescendo: questo L'oro delle Black Hills frulla insieme l'epica western dell'eroe di Bonelli e Galleppini con la cronaca dell'ultima reistenza di Custer. Ai testi, un Nizzi insolitamente in stato di grazia. Ai pennelli, un Ticci solitamente ispirato e "filologicamente corretto" (anche se il vero George Armstrong era più bassetto e segaligno di quello super-eroico di queste pagine).
Rapporto prezzo-qualità impagabile, acquisto decisamente raccomandato. E niente lacrime per la imminente dipartita del Tex a colori: all'orizzonte, infatti, preme una nuova iniziativa che sa di Tex di vintage e di buono...

domenica 24 ottobre 2010

Mi ricordo "FIAT ORGE"


Così un ignoto writer ante-litteram armato di temperino nell'anno di grazia millenovecentottantaerotti modificava le immortali parole dell'Azienda Trasporti Milanesi: non già una stronzata come avevo pensato all'epoca, ma probabilmente un oscuro presagio dell'avvento di Sergio "laclasseoperaiavainpattumiera" Marchionne.
Il passato è diventato presente. Sigh e sob.

giovedì 21 ottobre 2010

Sulla rotta di Toppi


Grande idea del Giornalino, da me ingiustamente schivato e schifato in gioventù per l'odore di incenso dei suoi inchiostri di stampa e poi rivalutato col senno di poi per il suo meritorio isolatissimo status di scuola elementare per futuri amanti dei fumetti: una collana monografica di 12 volumi dedicati al Sergio nazionale e ai suoi viaggi in punta di pennino intorno al globo.
Si comincia dal 28 ottobre prossimo venturo con il primo volume e si prosegue per 14 settimane. Chiusura in bellezza con un po' di storia patria, che male non fa.
Nove euri e novanta più il costo del Giornalino.
Ci vediamo in oratorio. Io porto la spuma e i fragoloni.

Er monnezza

Hollywood Revisited


Simpatico giochino del designer Matt Owen, che ti reinterpreta i poster dei film famosi a modo suo. Il sito si antitola Brickhut, e conta un bel mucchietto di classici in continuo aggiornamento. Ma c'è di più: Owen, i suoi poster minimalisti, li vende a prezzi modici su Imagekind. Una bella idea regalo per tutti i cinefili in ascolto.

mercoledì 20 ottobre 2010

Bisogno di soldi? Ci pensa Peppe Fetish



Peppe Fetish, il feticista napoletano, cerca piedi femminili sporchi e puzzolenti.
E paga bene: 50 euri per una leccata di piedi e 20 per una bella annusata di un quarto d'ora.
Non so voi, ma fossi femmina io approfitterei.

Mi ricordo Fra' Salmastro da Venegono


Era un personaggino piuttosto gustoso di Enzo Lunari.

martedì 19 ottobre 2010

Trapassato prossimo


Fine dei Giorni Felici per Tom Bosley, il primo del cast di Happy Days a cadere dopo i capelli di Ron Howard. Buuuhhh.

lunedì 18 ottobre 2010

Gli manga giusto la parola


Oltre duecentosettanta pagine, tonnellate di foto e schizzi inediti, curiosità, retroscena, e il tono nozionistico ma mai pedante di ogni buon saggio sui fumetti: il nuovo volume della premiata e pregiata collana Icon di BD, Osamu Tezuka - Il dio del manga, è una biografia sterminata e appassionante sull'autore di Astro Boy, La principezza Zaffiro e Kimba il leone bianco. Prezzo non popolarissimo, visti i tempi grami: ma di fronte alle ricchezza concettuale e iconografica del volume firmato dalla super-esperta Helen McCarthy, il ricordo dei 35 verdoni che frusciano via dal portafoglio si fa leggero leggero. E resta solo la meraviglia nei confronti di un autore che è riuscito a (re)inventare costantemente la propria avventura professionale, e a imprimere un segno indelebile nella scena fumettistica di tutto il globo.

Mi ricordo "Zardoz"



Due palle a questo modo.

E Connery in versione Borat, col senno di poi, è davvero imbarazzante.

domenica 17 ottobre 2010

Tu vuoi fa' l'ammmerica


Ogniqualvolta i paninari o i planetari cacciano fuori direttamente o per interposto editore una delle opere omniae di Jack Kirby, una specie di languore m'inguaia l'inguine, e sul visore del mio terzo occhio compare una scritta rossa a intermittenza: acquista! Acquista! ACQUISTA!
Oggi l'afrore della carta stampata mi attira irresistibile verso il quarto di quattro volumi da sei miserabili euro dedicati al tardo Capitan America del King, non quello originario prodotto negli Anni 40 con Joe Simon, inzomma, ma quello scongelato nei favolosi seventies con Stan Lee. Roba già letta riletta e straletta durante i verdi anni dell'infanzia, ma ancora terribilmente attuale, perché Kirby sempre è e sempre sarà nella sua immensa immensità.
I fedelissimi già esultano con canti di gioia per la transustanziazione. Gli atei e i senzadio si adeguino, perché l'ora è vicina, il 2012 incombe, e uno non può dirsi degno di aver vissuto una vita degna senza aver degustato vino, donne (o uomini, a seconda dei gusti) e! I! Fumetti! Di! Jack! Fottutamente! Kirby!

giovedì 14 ottobre 2010

E sì che ci sarebbe da divertirsi


metà comic journalism, metà brillantata di marketing, le nuove produzioni della Bluewater Productions raccontano le vite parallele delle donne e degli uomini più potenti degli Stati Uniti.

Uno spartito interessante, ma solo in linea teorica. Colpa di un'esecuzione accuratissima ma intrigante quanto le flight cards delle compagnie aeree o le istruzioni di montaggio dell'Ikea.

Il problema, forse, sta nel manico, cioè nella sostanziale inattaccabilità dei politico americano medio. Che anche oltre Atlantico magheggi, pastette e altri incidenti si sprechino, si sa: ma chi scajola, paga. E un congressman o un senatore che vantasse non dico il cursus honorum del Banana, ma l'allure vischioso e putrescente di un Previti, un Cuffaro o un Dell'Utri finirebbe all'indice.

Si facessero fumetti così anche sui nostri lidi. Lì sì che ci sarebbe da divertirsi. Anche lasciando da parte i si dice e stando ai fatti accertati. Ma così va il mondo: a loro fumetti sciapi e politici diciamo abbastanza presentabili, a noi niente fumetti e un sacco di emeriti figli di mignotta.

Sequestro è un uomo


Illuminante vignetta di Vauro sulla querelle fra Mauro Masi e il pencolante Michele Santoro. Su San Michele martire qualche dubbio lo coltivo, onestamente. Ma fare causa a un giornale per uno sberleffo come questo dimostra a che livello di bassezza possa arrivare la corte del Cavaliere.

Una risata ci seppellirà?

martedì 12 ottobre 2010

A pensarci bene, però...


Piuttosto che solidarizzare con gli ultranazionalisti serbi mi farei una nuotatina nella vasca degli squali, eh.
Però il commento di Gianluca Costantini su Italia-Serbia va rubricato sotto la categorie "utile & istruttivo". Un ottimo antidoto contro l'ipocrisia e il volemosebbene che oggi trasudano dalle prime pagine di tutti i quotidiani.
È il passato che ritorna, bellezza.

'A strunzata


Solo una cosa può essere peggio di un biopic su Massimo Troisi, che il suo biopic se l'era girato da solo a suo tempo: un biopic su Massimo Troisi interpretato da uno che sta a Massimo Troisi come Don Perlin a M. Merisi a.k.a. Caravaggio.
Da boicottare con ogni fibra del proprio cereale preferito.

Infanticidio


È finito il borotalco. Sighhh.

Le ultime cazzate famose



Finalmente, il comitato dei Darwin Awards ha dato il suo responso sui personaggi più imbecilli del 2010: li trovate qui insieme con il resoconto delle loro imbecillerrime imprese. Qui, invece, un post stagionatello per chi non conoscesse ancora i Darwin Awards.

domenica 10 ottobre 2010

Blues, Brothers



Solomon Burke ha appeso la chitarra al chiodo.

L'amore non è bello...



...Se non è litigarello. Sul fatto che il nuovo singolo dei Maroon Five faccia schifo non c'è dubbio. Però il video effettivamente spacca.

giovedì 7 ottobre 2010

Orestolo, revisited


Orestolo il papero alias Howard the Duck è uno dei personaggi più interessanti partoriti dal fumetto Usa negli Anni 70. Al suo attivo, poche apparizioni -figurarsi: un papero nell'Universo Marvel- ma tutte significative. Merito del suo creatore, Steve Gerber, che l'aveva infilato a calci sulle pagine di Man-Thing, ma anche dei disegnatori che se lo sono preso in carico, gente del calibro di Val Mayerik e Gene Colan.
Ore Orestolo torna sulle pagine di The Amazing Spiderman. Certo, un papero non farà primavera. Ma ogni tanto, rivedere un vecchio amico fa piacere. Resta da vedere se l'Orestoleide uscirà anche in Italia: Vista la caratura della testata ospite, potrebbe anche darsi.

Chi si rivede


Ne è passato di tempo da questo.
Nel frattempo, visti una serie di misunderstanding, la faccenda è passata in mano a un altro disegnatore, poi è tornato a quello originale, che però nel tempo ha avuto altri problemi e si è disamorato della cosa, quindi Flaviano ha ridefinito i model sheet e io mi sono messo a cercare la mano giusta per la storia, che a oggi è un soggetto bello completo e dettagliato.
Mi ci è voluto un casino.
Ma insomma: il teaser trailer dei Calaveraz è in produzione. Matite e chine sono del bravo e americanissimo (nello stile, nella realtà vive molto fuori Padania) Andrea Mangiri. Fate ciao.
Conto di postare tutta la spataffiata del lavoro di sviluppo al più presto.
Poi comincerò a tampinare qualche editore.

No, non è questo l'importante progetto indipendente.
Però era importante per me.

Dell'importante progetto indipendente, però, parliamo presto.

martedì 5 ottobre 2010

Massacratori e massacrati


Fintanto che si continueranno a pubblicare fumetti già letti visti e rivisti mille volte, con generi che non sono altro che semplici variazioni sul tema fantasy, fantascienza, horror, vampiri, zombie e detective dell'occulto in tutte la salse possibili, senza avere le palle di proporre roba POTENTE e innovativa (...) fintanto insomma che mancheranno coraggio lungimiranza e innovazione, tematiche più adulte, linguaggi più articolati e al contempo diretti (lezione che negli Usa hanno imparato decisamente bene, tanto nei comics quanto nei serial TV, e poi qui da noi tutti a gridare ai LORO capolavori!) e livelli di lettura più sofisticati, allora il nostro mercato RISTAGNERA' sempre.

Lo dice S3keno Piccoli qui, insieme con tante altre considerazioni sugli imminenti Stati Generali del Fumetto di Lucca.

La forma è un po' magmatica, ma la sostanza, come direbbe Tex Willer, è puro buonsenso. Chapeau.

S come Snyder


Alla fine, la montagna ha partorito il Topolino. Nel senso del giornaletto.
E l'attesissimo Supercinema prossimo venturo prodotto da Cristopher Nolan se l'è portato a casa Zack Snyder.
Peccato per Duncan Jones e Matt Reeves, che a quanto pare erano in lizza. E almeno sulla carta, peccato per noi. Che ci dobbiamo accontentare di un regista che incarna il vecchio pregiudizio secondo cui i fumetti sono facili da leggere perché dopotutto basta guardare le figure.
(Ma perché mi preoccupo, poi? Tanto, come ho già detto, prima o poi mi stuferò definitivamente dei film tratti dai fumetti).

lunedì 4 ottobre 2010

La proposta che Conquista


Ultimo giro di drink per La Conquista, la miniserie in tre fascicoli sul risorgimento in edicola ogni martedì con il manifesto.
Oggi esce l'ultimo fascicolo. Tanta storia, tante storie, e tre tavole autoconclusive firmate dal Rrobe, Sergio Ponchione e Michele Petrucci. Cinque euro ben spesi, per molti motivi.

Sapersi vendere


Non che voglia lamentarmi, eh.
In poco più di una settimana, il mio cercasi disegnatore per importante progetto indie ha raccolto un centinaio di proposte. Matitisti implumi ma agguerriti, ingegneri con il pallino del fumetto, ottimi illustratori, qualche immancabile “vorrei ma non posso”. Ora il polverone si sta diradando, e i più meglio del mazzo si stanno dando da fare per presentarsi in pompa magna alla selezione finale con il direttore editoriale del progetto.
Lieto fine, dunque? Sì. Però.
Nel folto gruppone dei partecipanti, non sono mancati quelli che per la fretta di arrivare, l’inesperienza o la mancanza di savoir faire si sono praticamente suicidati in sala d’attesa. Il minimo che possa fare è ringraziarli per averci provato comunque, e provare a riassumere in un vademecum che potrei intitolare 10 cose da non dire mai prima di mostrare i tuoi lavori a qualcuno le 10 cose da non dire mai, appunto, e i motivi per cui non bisogna dirle. Mai.

Ecco i disegni. Quando cominciamo?
Quando capirete che tentare di ficcare la lingua in bocca a un poveraccio al primo appuntamento non fa miracoli, sempre che non alleghiate ai vs. capolavori il numero di Charlize Scarlett o Shakira. Se poi il materiale allegato non è di nostro assoluto gradimento, sventura su di voi. Probabilità di finire nel cestino a prescindere: 35% in una giornata di assoluto buonumore.

Ho presentato i miei lavori a 10.000 editori senza cavarne niente. Voi siete la mia ultima chance di entrare nel magico mondo dei fumetti.
Nella vita, un minimo di amor proprio è fondamentale. Non averne nemmeno un briciolo è un guaio. Soprattutto con referenze tanto mortificanti. E no, se finora vi ha detto male, nessuno verserà lacrime sulla vs. lapide: al massimo, scorrerà le vs. opere con diffidenza, perché gli avete suggerito un sottile ma persistente pregiudizio negativo. Probabilità di finire nel cestino: 50%.

Sono il miglior professionista sulla piazza, ma nessuno se n’è accorto. Provvedete voi.
Nella vita, un minimo di amor proprio è fondamentale. Ma il troppo stroppia. Soprattutto se la qualità delle proposte non corrisponde affatto alle dichiarazioni di cui sopra. L’intraprendenza e l’entusiasmo sono il sale della vita, ma prima di cliccare sul tasto “allega”, meglio riguardare i vs. disegni con la manopola del senso critico su “max”. Probabilità di finire nel cestino: 50%.

Vi allego delle tavole, ma premetto che non mi piacciono.
Se non piacciono a voi, che le avete sognate, realizzate, imballate e spedite, quante possibilità ci sono che piacciano a noi? Si torna a quanto detto sopra sul sottile ma persistente pregiudizio negativo. Che però, in questo caso, è sottile e persistente quanto una Slugger del '57 su per il retto. Probabilità di finire nel cestino: 75%.

Vi allego delle tavole, ma è roba vecchia, io non disegno più così.
È bello che un artista sappia rinnovarsi, come la fenice dalle sue ceneri. Ma qui l’idea è quella di capire come disegnate oggi, non cinque anni fa: perché noi si vive con il nostro tempo, con la performance, come diceva la pubblicità. Il rischio che la vs. mail finisca direttamente nel cestino del ns. mac, ahinoi, schizza intorno all’80%. Ricordarsi di allegare sempre materiale recente è il minimo. A meno che sul vs. profilo Faccialibro non campeggi una vs. foto da bebé.

Le mie cose le trovate su... (qui nome del vostro social network preferito).
A proposito di Faccialibro & C.: non è detto che chi vi chiede di visionare i vostri disegni sia un patito di questo o altro social network, e nemmeno che abbia mezz’ora da perdere per aprire un account e dare un’occhiata ai vs. lavori. Se non avete le energie per girare a chi di dovere un paio di tavole via e-mail, cosa accadrà quando le scadenze vi strizzeranno le busecche? Non lo sapremo mai. Nel vostro destino c’è il nostro cestino. Nel 100% spaccato dei casi.

Prima di mandarvi delle cose, vorrei maggiori dettagli sul lavoro.
Non è che uno scriva gli annunci così come gli gira. Se si resta sulle generali, è per rispetto verso una policy che, giusta o sbagliata, quella è. Le possibilità che riusciate a strappare ulteriori dettagli a chi di dovere equivalgono a quelle che chi di dovere vi ricontatti per strapparvi qualche disegnino: zero tondo tondo. Volete partecipare? Vi dovete fidare. Non è detto che in quest’ambiente siano tutti squali. Noi, per lo meno, non lo siamo.

Prima di mandarvi delle cose, vorrei sapere se sono pagato.
Che il lavoro si paghi, è scontato: se così non fosse, l’avremmo specificato chiaramente nell’annuncio. Ma visto che insistete a non fidarvi, zero anche a voi.

Faccio cose diverse, ma ve le mando lo stesso.
Anche Magnus, quando si è buttato su Tex, faceva cose diverse. Però ‘sticazzi: era Magnus. Se al posto di Magnus, a casa Bonelli, si fosse presentata la buonanima di Peyo, probabilmente “La valle del terrore” non sarebbe mai uscito. Data una richiesta stilistica qualunque, un minimo di elasticità ci sta: ma se chi di dovere punta a uno stile realistico, offrirgli porcellini rosa o saggi di street art non è una buona poltica.

Vi mando delle cose, però non ci ho tempo.
Neanche io. Quindi, non sto nemmeno ad aprirle. Ci sentiamo quando c'è tempo.