martedì 31 marzo 2009

Videoburrito bolso



Julio Iglesias & Los Temerarios: "Esos Amores".
Ovvero: quando il vintage fa male.

And the villain is...


Prima immagine ufficiale di Batman 3.
Il cattivo è Catwoman. Alias Megan Fox.

...

aspetta un attimo.

Che giorno è oggi?

lunedì 30 marzo 2009

La videoteca di Babele


"Il diavolo veste Prodi", "L'impero colpisce Ancona", "Il cameriere oscuro": ecco un piccolo campionario dei film offerti da Filmckr, simpatico blog cinefilo e un po' cinofilo segnalatomi dall'ottimo Riccardino. Una piccola variazione nel titolo, et voilà: ecco tosto apparecchiate decine di pellicole impossibili pronte a cambiar faccia alla storia della settima arte.
E chissà, magari anche della nona: penso a un certo episodio di "Twisted Toyfare Theatre" che sto traducendo proprio in questi giorni...

domenica 29 marzo 2009

Sorpresa, sorpresa


L'ha annunciato il penciller Tony Daniel sul suo blog: a prendere il posto di Bruce Wayne sotto il cappuccio del Cavaliere Oscuro sarà nientemeno che Dick Grayson, il Robin originale.
A questo punto non resta che tirar fuori dalla naftalina Jean-Paul Valley, il vecchio "nuovo Batman" dei tempi di "Knightfall", e poi siamo a posto.
Che palle.

Cartoomix


L'unica cosa che ha funzionato col culo, come si evince dallo sgorbio qui a lato, è la mia macchinetta fotografica. Lo zoom, in mancanza di uno stabilizzatore dell'immagine, è una funzione incompatibile con la vita. Nota mentale: molto meglio la reflex.
Per il resto, giornata grigia ma piacevolissima.
Mi porto a casa:
-Un tot di nuove, piacevoli conoscenze (Cito a caso Maurizio Principato di RadioPop, il grande Fabio Celoni e il giovine ma promettente Sergio Gerasi di Trigger)
- Un tot di vecchie, piacevoli conoscenze (Diego Cajelli, Giuseppe Ferrario, Stefano Marzorati e Loris Cantarelli, con cui ho chiacchierato di traduzioni belle e brutte, serie Tv, Bonigli, progressive rock e altre facezie; Laura Scarpa, che ho ringraziato molto per il bel fumetto in ciabatte su Coreingrapho; l'immancabile Luca Boschi; e last but not least, Sergio Bonelli himself, squisitissimissimo anfitrione)
- Un tot di spunti per pezzi interviste e progettini possibili di cui per ora non dico nulla per scaramanzia
- Un principio di congestione causa vestiario davvero troppo light per la notte buia e tempestosa di sabato.
Sulla mostra mercato in sé, che dire: mostra poca, mercato molto, forse anche troppo. È curioso che tanti big dell'editoria milanese disertino una manifestazione dove potrebbero giocare in casa. Però, niente Disney e niente Rizzoli,Lizard, tiè.
Non ho comprato niente, né fumetti, né magliette né pupazzi. Si vede che l'età porta saggezza.
Nella (mossissima) foto, Diego Cajelli si premia da solo citando i Simpson. La metto su giusto per la cronaca.

giovedì 26 marzo 2009

Come me non c'è nessuno


Quarto volume dei Maestri del Fumetto del "Sole".
Se c'è qualcuno che non ha ancora assaggiato il formidabile Zanardi di Andrea Pazienza, ecco un'ottima occasione per colmare la lacuna.
"Giallo scolastico", "Verde matematico", "Notte di Carnevale", "Cuore di mamma" e "Cenerentola '87" non rappresentano che una minima parte del talento di Paz. Ma riassumono al meglio il suo talento nell'alternare registri e generi apparentemente inconciliabili: soap più avventura più comicità più erotismo più underground più docudrama più la qualunque. Veramente paz-zesco. Assolutamente irripetibile.
E sì, magari qualche pecca questa collana ce l'ha, soprattutto per chi di fumetti ne mastica. Ma comunque, con questo rapporto prezzo/qualità, a lamentarsi ci vuol coraggio.
Il che mi fa pensare all'ultimo numero di Alan Ford, dove un Max Bunker più ieratico che mai trincia giudizi aciduli su tutte le iniziative che negli ultimi mesi hanno riportato il biondo agente sotto i riflettori. L'idea, in sostanza, è che tutte le pubblicazioni extra MBP siano fatte malamente, e che Alan Ford morirà con Max Bunker, perché lui è l'unico a capirne lo spirito, il ritmo, la profondita, eccetera.
Ora, premesso che l'augurio è che l'uomo campi il più a lungo possibile, avvilisce che una leggenda del fumetto popolare accetti il malloppo derivanti da operazioni commerciali come quelle di cui sopra, e poi prenda le distanze. E avvilisce ancora di più che non voglia eredi: visto lo stato attuale della collana, un po' di aria nuova non farebbe male.

mercoledì 25 marzo 2009

Com'era zozza la mia valle


L'ho già detto, ma lo ripeto: Bill Willingham è uno degli autori "Made in Usa" che preferisco.
Chi ha amato "Elementals", "Fables" o "Shadowpact", probabilmente, sa già perché.
Il tratto distintivo dello sceneggiatore e disegnatore di Fort Beavoir, Virginia, è l'irrsistibile "Sense of Humour" con cui riesce a passare attraverso i generi, ricavandone piccole, preziose perle di pensiero laterale. Nel mondo transgender di Willingham, Biancaneve e il principe azzurro possono divorziare, Uno scimpanzé parlante con pipa e berretto da Sherlock Holmes riesce a passare per un personaggio credibile, e anche il sesso più spinto diventa un gioco lieve e appassionante.
Vedi alla voce "Ironwood". L'ultima tentazione di Magic Press è un fumetto fantasy che ricorda il Magnus di "Dieci cavalieri e un mago", "La compagnia della forca" e "Necron": la storia di una sorta di un avventuriero perennemente in foia e delle sue avventure nel regno fatato che dà il titolo alla serie. La Blue Press, un buon decennio fa, aveva provato a pubblicarlo: buco nell'acqua. Ora Magic Press ci riprova con un corposo volume di 224 pagine, in vendita in tutte le librerie a 16 euri.
Da possedere assolutamente.
in tutti i sensi.

Lo chiamavano Fonzie


Ammettiamolo: magari, visti gli steroidi, morirà prima.
Ma bisogna dire che Sly Stallone invecchia molto meglio di Henry Winkler.

lunedì 23 marzo 2009

Bau bau bebi (reprise)


Ieri mattina ennesima gita al centro fertilità. Come scrivevo qui, pensavo di essere io il problema.
Nel caso, ci avevano detto che qualcosa si poteva fare. Una speranzella, certo, non di più: ma con un piccolo aiuto e un po' di fortuna, chissà mai.
Invece ci hanno detto che il problema non sono io ma è un ormone del cazzo che regola l’ovulazione e insomma tocca fare altri controlli e nella vita i miracoli capitano ma a questo punto inutile illudersi, in questa situazione pensare ai figli proprio non è il caso.
Ieri sera, dopo il lavoro, grande piangiuta collettiva.
Oggi non riesco a non pensare che ho passato la mia vita a inventare scrivere editare proporre digerire macinare roba per bambini da zero a quindici anni e francamente ho come la sensazione di essere stato preso per il culo dalla vita.
E che quando me ne andrò di me non resterà niente.
E vorrei tanto scavare una buca per terra e dormire per tipo duemilaseicento anni, cazzo.

Ogni tanto


Ogni tanto, alla DC Comics, salta fuori qualche buona idea. Capita.

giovedì 19 marzo 2009

Dylan Dog, il film: qualche brandello in più


Il maggiolone c'è. All'inizio si pensava che Brandon Routh fosse fuori taglia, ma alla fine sono riusciti a farcelo entrare quindi bene così.
Il galeone in costruzione c'è.
Groucho non c'è ma c'è uno che ne fa le veci ed è quello che in "Superman Returns" faceva Jimmy Olsen.
Il rosso della camicia di Dylan è diverso da quello dei fumetti perché altrimenti col blue screen erano dolori.
I mostri del film sono firmati da Greg Cannom, quello di "Benjamin Button" e "Pirati dei Caraibi". Kevin Munroe, il regista, li vuole molto umani perché nei fumetti di DD "I veri mostri sono le persone normali". Ci sono lupi mannari, zombie e vampiri.
E questo è tutto quello che si sa finora.

mercoledì 18 marzo 2009

Jonze jonze


Spike Jonze è un gran personaggio. Vedi: "Essere John Malkovich". Vedi anche: "Il ladro di orchidee".
Maurice Sendak è un gran personaggio. Vedi: "Il lupo ballerino". Vedi anche: "Baldo ribaldo".
Ne consegue che anche "Nel Paese dei mostri selvaggi" sarà un gran film. Vedi: questo teaser poster.

martedì 17 marzo 2009

Minchia, era uguale


Poche ore fa ci ha lasciato Millard Kaufman, il novantaduenne papà di Mr. Magoo.
Talis patri, talis filius.

lunedì 16 marzo 2009

Un bel due numero


Incredibile ma vero: nella concitazione degli ultimi giorni, mi ero lasciato scappare l'uscita del secondo numero della nuova collana del "Sole", "I maestri del fumetto", in edicola fino a giovedì 19.
Dopo "Corto Maltese", è arrivato il turno di "Alan Ford" e di tutti gli altri personaggi creati dalla premiata ditta Secchi-Raviola negli anni Sessanta. Si comincia con "Hic Hic Hurrà", la storia che nel 1986 segnò il fugace ritorno di Magnus sulle pagine di AF. Poi, "Kriminal", "Satanik", "Dennis Cobb", "Gesebel" e last but not least "Lurid Scorpion": una rarità che da sola varrebbe l'acquisto di questo bel cartonatone da 9,90 euri.
Peccato il ribaltamento di ruoli in copertina, però: quel "Bunker & Magnus" stravolge la musicalità di un sodalizio irripetibile e puzza di vendetta postuma nei confronti di un uomo che ha fatto cose enormi, e dei tanti lettori che ne rimpiangono l'arguzia, l'onestà, e lo stile strepitosamente grottesco.

Più che un bel numero due, quindi, un bel due numero.

Doppio misto


Dopo lunga gestazione, De:Code è di nuovo on line.
La nuova incarnazione della creaturina di Solinas, Satta & C. è un pidieffone colmo di approfondimenti e critiche fumettistiche di lusso. Sommario da gourmet, tante belle figurine da ritagliare, un tot di rubriche nuove nella forma e nella sostanza e un "new deal" monografico che fa molto alto target.

Tutto ciò, aggratis!

Per toccare con mano, cliccare qui. Nel primo numero si parla del doppio.

domenica 15 marzo 2009

Hi Ho, Silver


Era una bella faccia di cazzo molto anni Ottanta, Ron Silver.
Un po' tipo Michael Douglas, ma più viscido, più levantino, più sgradevole.
Aveva recitato in un sacco di film, ma la parte che l'ha lanciato nell'olimpo dei bastardi è quella del serialchiller di "Blue Steel - bersaglio mortale".
Capito il tipo? Bene.
Perché da ora in poi possiamo farci un bel crocione sopra.

The Nicolas Cage Movie Plot Generator


Da Cracked.com.
Imprescindibile.

venerdì 13 marzo 2009

Continuiamo così, facciamoci del male


Non ha niente di nuovo, "The Wrestler". Niente che non si sia già visto da "Il campione" a "Rocky" a "Million Dollar Baby". Il grande futuro dietro le spalle, la pagnotta guadagnata a fatica, i problemi familiari, la solitudine, la nostalgia per quando eri qualcuno. Tutto già visto, tutto già sentito. A fare la differenza non è il cosa, ma il come; non la parabola discendente di un (molto) ex astro del Wrestling alle prese con il tempo che passa, ma lo stile asciutto ed essenziale con cui Darren Aronofsky l'ha fissata sulla pellicola. Dolenti, carnali, quasi michelangiolesche le performance tutte in levare di Mickey Rourke e Marisa Tomei, mai così brava e così genuinamente sexy; brillanti le soluzioni di una regia sempre alle spalle del protagonista, come rassegnata a darlo per perso fin dalla prima sequenza; perfette fotografia, ambientazione e cast di contorno.

Come in tutti i film del genere, si piange in abbondanza.
Maccheccazzo, ci sta.

giovedì 12 marzo 2009

David Murphy 911: titoli di coda


“David Murphy: 911” è arrivata al capolinea.
Lunga vita a “David Murphy: 911”.
Non che finora sia stato tutto rose e fiori, intendiamoci. Roberto Recchioni non è mai stato tipo per famiglie, e alle prese con una saga lontana dagli abituali registri sesso, droga e rochenroll ha tribolato in più punti, trascinando anche l’ottimo Matteo Cremona su una strada abbastanza accidentata. Due le magagne più cospicue. In primis, il profluvio di citazioni colte e incolte che punteggiano la saga: troppe, troppo urlate e talmente insistite da diventare più un elemento di disturbo che un valore aggiunto. E poi, l’amalgama fra serio e faceto. Finché lo humour è quello sardonico di “John Doe”, problemi zero. Ma azzeccare il perfetto mix fra slapstick e avventura “pura” non è roba da mazzulatori alla puttanesca. Ci vuole una padronanza bestiale dei tempi comici e dello stile. Una parola di troppo, un primo piano di troppo o una vignetta di troppo e anche la miglior messa in scena perde di efficacia. In questo senso, c’è ancora da lavorare.
Ciò detto, bisogna comunque ringraziare il Rrobe e Matteo per aver affrontato la sfida del fumetto popolare con personalità ed entusiasmo da vendere, e per averci messo cuore, cervello, fegato, mani, unghie e tanto culo.
Nell’ultima vignetta dell’ultimo fascicolo, David Murphy corre incontro a un cataclisma con la sua moto, e si prevede che fra qualche mese tornerà a bussare ai nostri riveriti portafogli. La speranza è che la prossima avventura del pompierone valorizzi una dimensione epica che finora è rimasta molto sottotono, come schiacciata da tonnellate di pistoloni, uniformi, splash page, flashback, montaggi alternati e altra chincaglieria per turisti del fumetto e nerd. Siamo sicuri che la strada del nuovo fumetto Made in Italy passi solo attraverso il filtro di espedienti narrativi e soluzioni visive già viste e straviste fra manga e comic books? Siamo sicuri che un fumetto avventuroso debba vivere solo di adrenalina e ansie di prestazione? Siamo sicuri che gli invisibili “paletti” delle migliori produzioni popolari – poche idee ma chiare, narrazione lineare, didascalie, “gabbia” rigida eccetera – siano un problema e non un’opportunità? Less is more, si diceva tempo fa.
Abbiamo una grande tradizione. Sarebbe bello se non la rinnegassimo. O almeno, se provassimo a registrare i meccanismi narrativi “Glocal” che i primi 4 numeri di “911” ci hanno fatto solo intravedere, e che con qualche eccesso in meno potrebbero fruttarci un prodotto editoriale indovinato e longevo. L’archetipo dell’eroe riluttante è centrato in pieno, l’intreccio non difetta di godibili intuizioni autoriali, il format garantisce respiro e tenuta di strada. E il manuale di sopravvivenza che apre il fascicolo dimostra che David Murphy potrebbe funzionare a meraviglia anche limitando un po’ i botti, gli stunt e gli effetti speciali che l’hanno tenuto in pista fino al quarto numero. Forse, chissà, basterebbe ripartire proprio da qui: da una dimensione superomistica un po’ più a misura d’uomo. Vediamo come va.

mercoledì 11 marzo 2009

Piano B


Il grande gruppo editoriale bruciato sul tempo dall'altro grande gruppo editoriale che ha appena lanciato in edicola una collana di allegati sui grandi del fumetto si è rimesso in pista con una contromossa che farà la gioia di tutti i Marvel-Fan.

Roba da ammazzarsi di saghe.

martedì 10 marzo 2009

Mexico City Blues


Per tipo due terzi "La Perdida" sembra un classico romanzo di formazione, con la protagonista che scoprendo el verdadero Mexico smaltisce un po' di puzzetta sotto il naso scopre se stessa e diventa più figa sgamata consapevole eccecc.
Una roba tipo Blankets, insomma, ma senza l'afflato mistico.
Quando però ti sei messo comodo, Jessica Abel fa una bella inversione a "U" e l'educazione sentimentale sfocia in una storia tesa molto Alpha Dog. Un mix di grettezza ingenuità crudeltà mentale razzismo all'incontrario che racconta lo spirito locale della Terra dell'aquila e del serpente molto meglio di qualsiasi indice "Dangers & Annoyances" da guida turistica.
E dimostra una volta di più che quella del "Distrito Federal", come tutti chiamano Mexico City, è una realtà ambigua, ingannevole, contraddittoria. Una realtà che forse trova il suo maggior fascino proprio nella sottile inquietudine che la pervade, e che a seconda delle occasioni sa renderla accogliente, suggestiva, o totalmente degradata.

Hollywood by the book


"Jane Russell" è il genere di inquadratura che mette bene in vista il petto di un'attrice. "Mickey Rooney" invece, è quando la macchina da presa vola a pochi centimetri da terra. Se un direttore di produzione grida "Siamo ricchi!", le riprese stanno andando fuori budget. E se un produttore invoca "La regola di Eastwood", qualunque star - per quanto potente - può scordarsi di sfiduciare un regista in corso d'opera.
È davvero divertente, "Movie Speak", opera prima del misconosciuto Tony Bill: in oltre vent'anni di vita sui set, questo caratterista ha raccolto in una sorta dei vocabolario tutti i neologismi nati nella Fabbrica dei sogni. Ne è nato un libro divertentissimo, che mi riprometto di comprare ASAP. Per un assaggio, basta cliccare qui.

domenica 8 marzo 2009

Videoburrito rusticano



"La rata flaca".
Dove si dimostra che la musica grupera fa le cose in grande anche quando si tratta di raccontare storie piccole così.
Canta La banda la autentica de Jerez.

Coincidenze (reprise)


Dialogo fra Andrea Voglino e Thomas Martinelli al cocktail dopo la presentazione de "Il mar delle blatte", la mostra di Francesco Tullio Altan c/o il Museo internazionale di Bologna.

AV: Già vista la mostra?

TM: No, ci faccio un salto fra poco. Com'è?

AV: Carina. Però, personalmente, mi interessa molto di più quella di Toppi, Altan lo adoro, però l'ho visto e stravisto un sacco di volte e ce l'ho fuori dagli occhi. A proposito, dovrebbe essere qui ma non lo vedo... dov'è?

TM: Proprio dietro di te.

AV: ...
(si gira, trasale e si defila approfittando della calca)

Coincidenze


A Bologna corre voce che il grande gruppo editoriale che ha appena lanciato in edicola una collana di allegati sui grandi del fumetto avrebbe bruciato sul tempo un altro grande gruppo editoriale che stava preparando in gran segreto una collana di allegati sui grandi del fumetto.

Al grande gruppo editoriale che stava preparando in gran segreto eccetera, ovviamente, sarebbero incazzati come vipere malesi.
L'idea sarebbe quella di rimandare il tutto a data da destinarsi o addirittura mandare tutto a monte.
Vediamo come va.

giovedì 5 marzo 2009

Domani


Il biglietto del treno ce l'ho, l'accredito pure. L'ombrello non so se portarlo, domani dice che c'è bel tempo quindi boh.
Soldi, pochi. Visti i tempi che corrono, meglio tenersi al riparo dalle tentazioni.

Domani vado a Bologna a fare il criticone e a salutare un po' di bellaggente.

Se ci siete ci vediamo là.
Grazie a Mirco e Micol dei Superamici per l'immagine.

Dopo la preview, la review


La mia recensione di Watchmen è watchabile.

Minimum Tex


Tex! El Morisco! Yama! Mefisto! Bonelli! Galleppini! Figata! Comprare!

mercoledì 4 marzo 2009

Senza malizia


Anche Salvatore Samperi ci ha lasciato. Basta malizia, basta peccati vaniali, basta scandali, basta seghe. Sob.

Dylan D'oh!


Avviso ai naviganti: secondo pissi pissi provenienti da New Orleans, il set del film di Dylan Dog promette bene.
E Brandon Routh, travestito da Indagatore dell'incubo, fa la sua porca figura.
Seguiranno aggiornamenti ASAP.
P.S.: l'etichetta è nuova nuova, non me la rovinate.

martedì 3 marzo 2009

One, two, three, Prog


l'intera epopea del rock progressivo Made in Britain in un'oretta e rotti di filmati vintage e interviste a artisti del calibro di Robert Wyatt, Jonathan Coe e Pete Sinfield. In tre parole, "Prog Rock Britannia", uno special che in queste ore è apparso miracolosamente sul Tubo.
Ahhh, come amo la Bbc.

lunedì 2 marzo 2009

Watched


Il messaggio è: uno stupro è uno stupro è uno stupro.

Però, sotto sotto, in certi casi un atto d’amore può somigliargli parecchio.

Così per Il Comico e Spettro di Seta. Così per Ozymandias e il Mondo. Così per i Watchmen e la Grande Mela. Così per Zack Snyder e “Watchmen”.

Chi ha amato il fumetto ci troverà un sacco di cose riuscite e un sacco di cose no. Diciamo cinquanta e cinquanta. Resta da vedere se quello che non funziona migliorerà nella versione “director’s cut” che vedremo in Dvd fra qualche mese. Così a spanne, direi cinquanta e cinquanta.

Il cast funziona. Rorschach e Nite Owl sono perfetti. Il Comico, Ozymandias e Spettro di Seta sono potabili. Non eccezionali ma potabili. Manhattan ci sarebbe, peccato quel motion capture un po’ tirato via che gli toglie un bel po’ di credibilità.

Il succo del romanzo originale c’è, e le modifiche al gran finale sono sopportabili. Un po’ meno quelle apportate alle origini di Rorschach. La storia però è ancora attualissima, perfettamente sincronizzata ai ns. tempi, e prende ancora allo stomaco.

C’è troppo gore. Perché si capisca bene che è un film per adulti.

La colonna sonora è uno zinzino didascalica (ma lo era anche nell’originale).

Certe soluzioni grafiche che nel fumetto funzionavano benissimo, nel film sono cheapissime.

E qui mi fermo.

Segue a breve recensione ragionata.

domenica 1 marzo 2009

Delitto sotto il sole


Il ristorante "da Claudio" sta in fondo alla stradina che porta dall’andador di Puerto agli scogli sparsi che rappresentano il confine fra Zicatela Beach, la spiaggia dei surfisti, e Playa Marinero, la spiaggia “per famiglie” del paese.
All’ingresso, dentro una teca illuminata sistemata accanto all’uscio, la locandina sbiadita di “Puerto Escondido”: il film di Salvatores, ispirato a un libro ispirato alla storia del proprietario del locale, è l’attrazione del ristorante. Ogni sera una replica.
In Italia pensano tutti che Puerto sia un posto carino, alla mano, una meta a portata di turista. Ma no, non è così. Puerto è come una distesa di braci sotto un tappeto di cenere. Se ti avvicini troppo, rischi di bruciarti.
Anche se non si vede un divieto manco a piangere, se sei furbo, la sera è meglio se eviti di passare per la spiaggia.
Anche se qui la Maria è praticamente gratis e un sasso di colombiana gialla che in Italia te lo sogni costa venticinque dollari, è meglio andare a Dos Equis o tequila. Così non rischi che ti stuprino o ti ammazzino come è successo qualche anno fa alla coppia di fessi che hanno pensato di passare una bella seratina a Zipolite con due poliziotti fattissimi.
Anche se i locali dell’Avenida Perez Gasga sembrano tutti a posto, alcuni è consigliabile evitarli. Prendi il Wipeout: a vederlo così, non penseresti mai che potresti rimediarci una coltellata. Però il rischio c’è. Soprattutto dopo una certa ora.
Anche se qui sei a uno sputo dallo stato di Guerrero, la regola è non comprare niente che arrivi da Guerrero. Né auto, né cellulari, né computer.
Anche se il clima caldo svaccato e torpido di Puerto Escondido ti fa sentire sempre al sicuro, non devi mai dimenticarti che qui una vita vale cento dollari.
La stessa cifra che spenderesti per fare ammazzare chi vuoi dalla persona giusta.
Claudio aveva molti più soldi in cassa.
E anche se a Puerto era un’istituzione, deve aver sollevato troppa cenere.