giovedì 28 giugno 2007

L'ora del vaudeville


C’è un mondo parallelo dove i super-eroi se la spassano molto di più che sui comic books o nei tanti, troppi film che stanno uscendo nelle sale. È il mondo tipicamente americano delle grandi parodie. Qui, gli eroi in costume possono permettersi di essere quello che in fondo in fondo sono sempre stati. Cioè, un branco di culturisti sotto acido con le mutande sopra i pantaloni. Qui può capitare che l’Uomo Ragno ci provi con puffetta, i Borg di Star Trek finiscano fra le non troppo amorevoli braccia di Barbie & friends, o Superman e Wolverine si contendano la regia di Bryan Singer a suon di rasoiate. Il tragicomico teatrino dei giocattoli è sempre aperto: si tira tardi a suon di pernacchie, sganassoni e action figures, si sorride molto e si paga niente o quasi. Il tutto, sotto il segno di Harvey Kurtzman e dei suoi migliori epigoni. Provare, per credere, questa serie di short, e questo fotoromanzone con i pupazzi vintage della Mego. Venghino, siore e siori, venghino.

martedì 26 giugno 2007

Mediamente isterici


Lunedì scorso, gli hacker che hanno diffuso voci false e tendenziose sull’ultimo Harry Potter hanno dichiarato di essersi inventati tutto per provare l’efficacia della “disinformatja” nel logorio della vita moderna.
Ieri, Paris Hilton è uscita di galera zampettando fra due ali di folla plaudente e dichiarando al mondo di voler cambiar vita. Stop alle foto con la patonza di fuori, insomma, e sotto con le cause sociali e il look monastico. Less is more.
Oggi, Ruggero Deodato dichiara a “il manifesto” che il suo “Cannibal Holocaust”, ingiustamente ostracizzato per quelle due, tre scene di impalamenti e squartamenti, ma anche per la presenza di Luca Barbareschi, non era la gran cacata che tutti noi amiamo, ma un raffinato esercizio di metacinema sul ruolo dei media nell’era della globalizzazione.

Il mondo è pieno di sorprese. E siamo solo a metà settimana.

giovedì 21 giugno 2007

Non sono gli anni, sono i chilometri


Prima immagine ufficiale del dottor Jones dal sito ufficiale del dottor Jones. Il mio livello di “hype” ha avuto un sobbalzo: anche se “L’ultima Crociata” era loffio assai, è sempre bello rivedere in pista il vecchio Indy. Anche se ora un po' vecchietto lo è davvero.

mercoledì 20 giugno 2007

Anche quando fa male


Araceli aveva tredici anni. Se n’è andata l’altro ieri. Quando ci eravamo proposti per l’adozione a a distanza, lo scorso dicembre, ci avevano avvertito che l’Hiv avrebbe potuto portarsela via in ogni momento. Ovviamente, per me ed Elena, questo non è stato un problema. Almeno finora. Ora che lei non c’è più, ci terremo stretta la sua bellissima faccetta. Ma continueremo a fare il poco che possiamo per aiutare altri ragazzini a conquistarsi una vita decente in contesti che la decenza non sanno neanche dove sta di casa. Chiunque volesse darci una mano, si faccia vivo: è più facile di quanto si pensi. Ed è davvero belllssimo. Anche quando fa male.

martedì 19 giugno 2007

Ricomincio da dieci


La Violetta nazionale è preoccupata. Il motivo è vecchio come il mondo: in buona sostanza, si sente invisibile. E dire che di motivi, per notarla, ce ne sarebbero. Violetta è di famiglia metaforicamente nobile. È una blogger di tendenza. È arguta. È brillante. È mondana. È sexy. O almeno, scrive sexy, con quella punta di nevrosi prendere-o-lasciare che fa tanto arrapamento inquieto.
E però. Che dire. Non incontra.
Il che mi riporta agli anni orribili fra i ventisette e i trenta, quando mi sentivo invisibile anch’io. Anni con tutti i pianeti contro, pure la morte nera. Anni di penne col Tigullio deglutite guardando seccare il ducotone sulla parete. Anni di liaisons sognate o sputtanate per paura di soffrire troppo o troppo poco. Anni di grandi seghe mentali e fisiche. Anni passati a fari spenti nel buio.
Non era mica obbligatorio viversela tanto male.
Il problema è che questo l’ho capito dopo.
Così, il mio consiglio non richiesto, parafrasando Queineau, è: tenga duro, signorina. Nel frattempo, provo a elencare 10 possibili diversivi a uso e consumo di tutti gli invisibili di passaggio. Magari funzionano. Hai visto mai.

1. buttarsi su un testo sacro. Così a freddo me ne vengono in mente due: la prima “Educazione Sentimentale” di Flaubert, quella con l’esiziale sequenza del tristo randagione. E poi “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” di Frank Miller, un bildungsroman a ritroso in cui un Batman decrepito rinasce a suon di incazzature.

2. Assecondare le proprie pulsioni suicide dedicandosi a uno sport estremo in linea con le suddette. Io adoro il mare e ho scelto il bodyboard, altrimenti detto “quella roba tipo surf”. Ma le vie del masoardimento sono infinite. E offrono ottimi argomenti di conversazione (es. “E tu queste le chiami onde? Dovresti vedere la pipeline di Fuerte Ventura...”). Nota bene: buttar lì termini noti ai soli iniziati, tipo appunto “pipeline”, fa molto yeah.

3. Sfogare le proprie velleità artistiche sporcandosi le mani. La zozzura ce vo’: sotto con creta, plastilina, body painting e vinavil. Pastrugnare e regredire, pastrugnare e regredire, pastrugnare e regredire. Se ne esce qualcosa di carino, regalare agli amici del cuore. Se no, pattumiera.

4. Concedersi un amore impossibile con una star a scelta, purché defunta in circostanze tristi e/o inattese. Come accennavo a inizio maggio, Il mio fanciullino interiore è tuttora platonicamente fidanzato con Dana Plato, la Kimberly Drummond di “Il mio amico Arnold”. Ma in giro ci sono un sacco di bei cadaveri liberi.

5. Trovare Dio lontano dal Vaticano. Io l’ho incontrato in due coppie di pappagalli rossi e gialli che volteggiavano fra gli alberi di Tikal, Guatemala. Che cazzo: un tableaux vivant così non può essere frutto del caso. E nel caso qualcuno se se lo stia chiedendo, sì, l’idea di Dio si concilia a meraviglia con quella di spianare la sede della Cei pilotando un Kaiju rosa confetto che espettora bestemmie a 10.000 watt con il timbro vocale di Al Bano. Gesù apprezzerebbe. Lo so perché me l’ha detto lui.

6. Trovarsi un hobby costosissimo e futile. Soggiorni di charme, fotografia digitale, corsi di degustazione, collezionismo di fumetti: là fuori è una vera miniera di chiacchiere e persone disperate e benestanti alla ricerca di qualcuno con cui condividere le proprie fissazioni anali ritentive.

7. Tagliare i ponti con il junk food. Per riportare alla vita un’infrequentabile spaghettata surgelata o un atroce risotto in busta ci vuole lo stesso tempo che per prepararsi un piatto di pennette ricotta e pepe o un’insalata very good. Se occorre, scrivete, che vi giro qualche ricetta ultrarapida ottima anche per comitive.
Con i vini è un po’ più complicato. Però un chianti, un dolcetto o un bianco frizzo sopra i tre euri fanno sempre la loro porca figura.

9. Ridere di più, a qualunque costo e con qualunque mezzo. Vanno bene anche il solletico sotto le ascelle, le barzellette razziste o le recensioni di Pino Farinotti. Quando lo specchio comincia a rimbalzarvi un’immagine diversa da quella appiccicata sulla carta d’identità, olè, sempre più difficile: è il momento di imparare a sorridere dei propri drammi umani.

8. Scegliersi una meta e darsi al turismo. Tenendo presente che l’importante non è il budget, ma le motivazioni. Prima di chiedersi dove cazzo andare, conviene chiedersi cosa cazzo andare a fare. In questo senso, tutti i punti precedenti possono dare ottime indicazioni.

10. None of the above. Siate creativi. Seguite la panza. Fate spazio al pensiero laterale. E se vi viene in mente qualcos’altro, contattatemi: la vita è lunga, imprevedibile e perigliosa, e una buona dritta non si rifiuta mai.

martedì 12 giugno 2007

Super-hero movies. Condensed


L’idea è stagionatella ma fulminante: riassumere i capolavori del cinema - ma anche qualche sana stronzata, via - in recensioni mignon di una riga o giù di lì.
Così, debitamente stimolato da questo e quest’altro esercizio di stile, mi accodo con qualche proposta sul cinema in calzamaglia. Prosit.

Batman
Jack Nicholson se la spassa a spese dell’Uomo Pipistrello e della Warner Bros.

Batman – Il ritorno
Tim Burton se la spassa a spese dell’Uomo Pipistrello e della Warner Bros.

Batman Forever
L’Uomo Pipistrello se la spassa a un gay party a spese degli spettatori.

Batman & Robin
Non se la spassa nessuno.

Batman Begins
Scontro epico edipico tra Christian Bale e Liam Neeson.

DareDevil
Il migliore degli eroi Marvel nel peggiore dei film Marvel.

Ghost Rider
L’inferno vomita un teschio di fuoco. Di paglia.

Hulk
Alchimia, orchi verdi, barboncini mannari: come “Shrek”, ma senza lo humour.

I fantastici 4
Una famiglia di fatto diventa una famiglia di strafatti.

Sin City
Bianco e nero senza ombra di sfumature.

Spider-Man
L’uomo Ragno vs. un Power Ranger stronzo.

Spider-Man 2
Dopo “I Predatori...”, Alfred Molina rinnova la propria liaison con le tarantole.

Spider-Man 3
2 costumi + 2 donne + 3 cattivi = zero assoluto.

Superman
Un nerd vestito da pirla salva il mondo da un aspirante palazzinaro.

Superman II
Un nerd vestito da pirla salva il mondo dai Ricchi e Poveri.

Superman III
Un nerd vestito da pirla sfida il ridicolo. E perde.

Superman IV – The Quest For Peace
Un nerd vestito da pirla sfida un budget risibile. Disaster Movie.

Superman Returns
Un pirla travestito da nerd vestito da pirla ci riprova. Orribili stivali.

X-Men
Due boy band rivali se le danno di santa ragione.

X-Men 2
Cambiano i suonatori, ma la musica resta sempre quella.

X-Men 3
Il detto “Non c’è due senza tre” rappresenta un grosso problema.

V For Vendetta
Il più bello di tutti i brutti film ispirati ad Alan Moore.

giovedì 7 giugno 2007

Da solo


Il bello di lavorare nell’editoria è che non ti annoi mai. Il brutto, che a volte ti capita di lavorare per mesi su un progetto in cui dai tutto te stesso, correggendo, limando e aggiustando fino alla nausea e oltre, per poi vederlo spiaggiarsi tipo medusa molliccia morta causa totale disinteresse del target di riferimento.

Prendiamo le riviste a fumetti per ragazzi, uno dei miei storici ambiti di lotta e di governo. In giro ce n’è pochine, quindi in teoria lo spazio per qualche “nuova proposta” dovrebbe esserci. Per esempio, il progetto cui ho partecipato negli ultimi dodici mesi insieme o in concorrenza con la crèm de la crèm dell’olimpo del gotha dell’ambiente della letteratura disegnata.
L’idea era di lanciare un masso nel placido stagno delle testate "gggiovani". Roba che, se fosse andata, ricchi premi e cotillons. Grandi autori, grandi personaggi, grandi storie. Roba da andare in giro a tirarsela per anni.

Qualche settimana fa, l’editore ha testato i diversi progetti prodotti dai vari team di lavoro su un campione rappresentativo di "kids".
Dire che è andata male è un eufemismo.

La società di ricerca dice che i risultati sono stati largamente inferiori alle peggiori aspettative, e che forse è meglio fermarsi qui.

L’editore sta valutando il da farsi.
O il da non farsi, che forse è meglio.

Io, per distrarmi, sto rileggendo i risultati di una ricerca Nielsen secondo cui i ragazzini dedicano alla lettura il quattro per cento del loro tempo libero.

Tradotto in minuti, fa circa una decina al giorno.

Allora i fumetti me li leggo da solo, ecco. Così imparate.

lunedì 4 giugno 2007

40 anni e non sentirli


Minchia, che tiro 'sto Sergente Pepe.
(E nel frattempo, qui abbiamo superato quota mille).