venerdì 22 dicembre 2006

Che la Festa cominci


Stasera si chiude bottega e si apron le danze: di qui al prossimo 2 gennaio, la parola passa alla crapula. Che dire? Tenterò di spezzare il gran varità natalizio con qualche passaggio da queste parti. Non si sa mai che fra un festino e l'altro non mi salti in mente qualche intuizione fulminante da affidare a questo diario. Nel frattempo, auguri a tutti, davvero: spero che la vostra vigilia sia come quelle che ho vissuto da bambino, con il sonno che tarda ad arrivare, il naso schiacciato contro i vetri delle finestre, e lo sguardo perso nell'inchiostro di una notte stellata, alla ricerca di qualcosa o qualcuno...

mercoledì 20 dicembre 2006

Unhappy hour

Stasera non so bene dove andare a parare. Non tanto perché non abbia niente da dire, quanto perché nelle ultime 48 ore il mio lavoro e il mio privato si sono ingarbugliati in un gomitolo troppo difficile da districare e raccontare. Mi ero ripromesso di buttar giù qualcosa sul mio penchant per gli eroi della DC, ma rimanderò. Troppe cose per la testa, troppi casini, troppo da dire. Riassumo in breve, più di così non posso fare.

Domenica, un ragazzo con cui collaboravo ha approfittato dell’assenza di papà e mammà per riempirsi di alcool e barbiturici e ficcare la testa dentro un sacchetto di plastica. Morto. Capita.

Ieri ho tirato serata tentando di fidanzare l’agenzia con cui lavoro con un grande nome del fumetto Made in Italy. Un’artista per cui provo una ammirazione sconfinata. Ma la cosa non è andata: troppa fretta da parte nostra, troppi impegni da parte sua. Capita.

Oggi, un’altro grande nome del fumetto internazionale mi scrive per dirmi che il suo editore americano ha messo fuori la sua ultima Graphic Novel senza uno straccio di promozione, e il suo editore italiano traccheggia. Gli rispondo che quello italiano sta passando un momentaccio di superlavoro. La solita storia, risponde lui: quando le cose vanno a gonfie vele, devi abbozzare a qualsiasi offerta, perché tanto hanno il coltello dalla parte del manico. Quando le cose vanno male, invece, ti chiedono di abbozzare per la causa. E a fare questi discorsi è l'autore di “V For Vendetta”. Be’, capita.

È l'ora dell'aperitivo, e mi sento come se la mia vita fosse un rumore di fondo. Capita anche questo, a volte.

lunedì 18 dicembre 2006

PericolosaMente


All’altezza di Piazza Tricolore, a Milano, c’è sempre un gran viavai di cose e persone. La zona è quella delle agenzie pubblicitarie e delle boutiques più esclusive della City, ma anche quella dell’Opera Pia San Francesco: varia umanità, insomma, con tutto quel che ne consegue.

Nel bel mezzo di questo melting pot, seminascosto fra i platani del controviale, ecco un palazzotto che porta i segni di un restauro recente. E dentro il palazzotto, in uno studio fitto di libri e cataloghi d’arte varia che si affaccia su un cortile incredibilmente silenzioso, c’è Tullio Pericoli.

Tullio è uno che dalla vita ha avuto tutto. Ha cazzeggiato con Eco, Calvino o Pintor. Ha lavorato per “L’Espresso”, “The New Yorker” o il Teatro alla Scala. Ha esposto a Palazzo Reale. Insomma, è un grande. Uno capace di riscoprire la pittura a olio perché stufo di vedere in giro opere che “Si possono raccontare per telefono”, o di telefonare a un pennivendolo come il sottoscritto per ringraziarlo di un’intervista ben riuscita.

Ah, il paesaggio marchigiano qui sopra è suo. Se vi intriga, e volete vederne altri, fate un salto in libreria, e cercate "Viaggio nel paesaggio" (Nuages) o "Terre" (Rizzoli). Sono volumi sanguigni, cerebrali e sottilmente inquietanti. Proprio come il loro autore.

giovedì 14 dicembre 2006

Tutto quello che avreste voluto sapere sui comics (e non avete mai osato chiedere)


La scena è sempre quella: un omone barbuto, appollaiato in cima a un cocuzzolo con il suo tavolo da disegno, se ne sta lì a disegnare fumetti sotto la luce cruda di una lampada da tavolo. E con la pazienza di un monaco zen, risponde alle domande di tutti gli appassionati e i “nerd” di passaggio. Si chiama “Il Vecio della Montagna”, è firmata da DaZa, al secolo Davide Zamberlan, e oltre a essere una delle strip più gustose sulla piazza, è pure gratis et amor dei, perché gira sul web. La trovate qui.

Tremate, "Le Balene" son tornate


A due anni e mezzo dalla morte, Enzo Baldoni resta più vivo che mai. Il copy che volle farsi giornalista per dissolversi nella ferocia di una notte irachena continua a vivere nei suoi scritti. Ma anche nell'attività di "Le Balene", l'agenzia di pubblicità che faceva da sfondo alle sue mille imprese. Ora, dopo un fisiologico periodo di assestamento, "Le Balene" sono di nuovo in pista con un sito e un'agenzia tutta nuova. E dopo Enzo, l'agenzia ha trovato un altro creativo con le palle: suo fratello Sandro. Io aggiorno i link aggiungendo alla lista l'ultimo, sardonico e dolente blog di Enzo. Voi andate a farvi un giro su www.balene.it: ne vedrete delle belle. Sempre che cetacei e creativi vi interessino, ovviamente.

mercoledì 13 dicembre 2006

Il feroce saladino


Ci sono giorni in cui mi spiace non aver mai rincorso un tesserino da giornalista.
Ma ci sono giorni in cui ne vado fiero.

Stamattina, per dire, scopro che il mostro assetato di sangue che ieri mattina è finito su tutte le prime pagine per aver massacrato una famiglia non è, come da titoloni, un tunisino ultraviolento appena uscito di prigione causa indulto.
Trattasi, a quanto pare, di uno stronzo poco esotico. O di vari stronzi poco esotici.
Magari, chissà: addirittura italiani.

Peccato: proprio ora che avevamo una nuova scusa per giocare alla pura razza ariana ci tocca rimangiarci tutto.
Meno male che a Ipswich è saltato fuori un emulo di Jack lo squartatore. Altrimenti, sai che palle.
E meno male che in questo Paese si sciopera per un'informazione di qualità.

martedì 12 dicembre 2006

Che succede in Disney Italia?


La notizia risale allo scorso 5 dicembre, ma se confermata rischia di scatenare un vero e proprio terremoto sulla scena fumettistica italiana: secondo afnews, The Walt Disney Company Italia sarebbe “in ristrutturazione”. Fosse solo un problema di turnover, non ci sarebbe niente da segnalare. Il fattaccio, semmai, è che a quanto pare la "D" maiuscola dell'entertainment mondiale stia accarezzando l'idea di dare una scossa alle vendite appoggiandosi a editori ”terzi”. La vendita abbinata di "Topolino" e "Tv Sorrisi e Canzoni", appena annunciata da "Finanza & Mercati", rappresenta un passo in questa direzione.

Se così fosse, sarebbe davvero un brutto colpo. È vero, infatti, che nei suoi 18 anni di avventure editoriali la succursale italiana della Fabbrica dei Sogni ha inanellato vari passi falsi, investendo fiumi di danaro in progetti poi sostenuti con ben poca convinzione – qualche esempio: “Kylion”, il Topolino noir di “MM” o le sforunate Graphic Novel di Buena Vista Lab. Ma qualche chicca c'è: “PK” e “Witch” hanno avuto un grande successo in Italia e nel mondo. “Zio Paperone” o “I Grandi Classici Disney” rappresentano un punto di riferimento per tutti i collezionisti. E il parco collaboratori della Casa del Topo conta nelle sue file alcuni dei migliori professionisti della scena fumettistica europea, da pezzi da 90 della scena italiana come Cavazzano, Rota o De Vita, a giovani star dei comics come i vari Sciarrone, Soffritti, Canepa, eccetera.

Alla finestra, dunque. Nella speranza che la situazione si chiarisca presto. E che la crisi sia passeggera.

lunedì 11 dicembre 2006

See Ya in Hell, Pino



A prima vista, da morto, sembra un tipico abuelito sudamericano. Il viso largo, i baffetti ben curati e il taglio degli occhi che tradisce lontani ricordi di sangue indio. Poi lo guardi dal colletto in giù, l’occhio scivola fra galloni sciabole alamari e altra tronfia paccottiglia militare. Così ti vengono in mente altre foto: per esempio, quella sul terrazzone con Giovanni Paolo Secondo che sentitamente ringrazia per un Cile anticomunista. O quella dopo il lingua in bocca con la Thatcher. O quella subito dopo l’assalto al palazzo della Moneda, con lo sguardo truce seminascosto dagli occhiali da sole, le braccia conserte e gli angoli della bocca irrigiditi in una smorfia da ducetto crudele.

Entonces, hasta la vista, viejo carajo.

Stasera, in via del tutto eccezionale, leverò il calice pensando a tutto quello che ti aspetta all’inferno. Con l’augurio che Belzebù sia di pessimo umore quando sprofonderai fra le sue braccia.

domenica 10 dicembre 2006

Occhio al Porno-Topo



Fra le publishing house che negli ultimi anni hanno fatto il loro ingresso sulla scena italiana, ce n’è una che meriterebbe l’Oscar per l’impegno e la cocciutaggine: la Free Books di Viterbo. La casa editrice fondata da Adriano Cerboni e diretta da Andrea Materia sta tentando faticosamente di ricavarsi un posto d’onore fra edicole e librerie con una serie di proposte degne di figurare nella mazzetta di qualsiasi amante del buon fumetto fatto in casa: C’è Wonder City, un curioso serial che combina efficacemente suggestioni disneyane, manga e super-eroistiche raccontando le gesta di un gruppo di ragazzini alle prese con una scuola per “ragazzi dotati” che ricorda molto gli X-Men di Stan Lee e Jack Kirby. C’è l’antologico “Brand New!”, il primo magazine dedicato al fumetto indipendente Made in Italy dai tempi di “Frigidaire”. C’è, soprattutto, una linea editoriale davvero libera da condizionamenti, e abbastanza schizofrenica da mettere gomito a gomito vecchie glorie del fumetto a stelle e strisce come Steve Canyon con dotte dissertazioni sull’underground più spinto.

Da tener presente, in questo senso, il bel volume firmato da Bob Levin, colonna del faro della critica Usa “the comics journal”. “Un pornotopolino fra i pirati”, appena planato nelle librerie specializzate alla rispettabile cifra di euro 25 è un libro da comprare assolutamente. La storia è quella della battaglia legale intrapresa verso la metà degli anni settanta dalla Disney contro Danny O’ Neill, un omonimo altrettanto cazzuto dello storico sceneggiatore di Batman, assurto agli onori delle cronache per una serie di comic book sporcaccioni e iconoclasti interpretati da Topolino, Pippo e altri pezzi da Novanta della “House of the Mouse”. Ma fra le 270 e rotte pagine di questo sapido mattoncino c’è molto altro: Levin racconta la storia degli albetti da 22 pagine con amore e precisione davvero maniacali, svelando al lettore i retroscena di tanti piccoli misteri che hanno sempre tormentato i feticisti degli albi originali, dal titolo del primo albo mai planato sugli scaffali, al formato “slim fit” così diverso da quello dei comics europei, all’abitudine di post-datare le uscite fra newsagent e librerie. Insomma, una vera e propria miniera d’oro di spunti e notizie sul fumetto Made in Usa.

Al momento, data la mole di albi e libri sul mio comodino, sono “appena” a pagina 78: ma mi riprometto di tornare sull’argomento al più presto qui e altrove non appena avrò concluso la lettura.

mercoledì 6 dicembre 2006

Un nuovo inizio

Finalmente qualcosa di cui si sentiva davvero il bisogno: l'ennesimo blog dedicato alla vita molto privata di un incontenibile logorroico. Fino a oggi, mi ero tenuto tutto per me. Un po' perché scrivo già abbastanza di mio. E un po' perché mi sono sempre chiesto a chi interessino gli spataffioni di testo che normalmente finiscono sui blog.

Dopodiché, mi sono reso conto che lo spazio che ho trovato su riviste e webzine varie è tiranno. E che lì mi tocca sempre scrivere qualcosa di sensato, mentre su un blog posso fare quello che mi pare. E che qui, quando ci prenderò la mano, potrò anche pubblicare foto, disegni, o quant'altro mi passa per la testa, senza limiti di budget, spazio o minutaggio. E che potrò parlare di qualsiasi argomento - fumetti, film, o altre storie. E allora, proviamo.

Sono certo che, col tempo, qualcosa combinerò. E spero che chi avrà la pazienza di farsi l'AVSL - si vede tanto che facevo il copywriter? - impari ad affezionarcisi. Ad maiora, dunque.